L’immortale eco della Scrittura. Intervista a Jacopo Lavezzoli

L’immortale eco della Scrittura 

Intervista a Jacopo Lavezzoli  

a cura di Luca Carbonara 

Jacopo Lavezzoli

 In principio erat verbum , dal Vangelo di Giovanni, e la parola era con Dio, a indicare la genesi e, insieme,  la corrispondenza, la totale adesione della stessa parola con Dio, con il principio di tutto: che cos’è per te la parola e dove nasce?                       

Iniziando dalla visione mistica, che lei mi suggerisce citando il vangelo, posso dirle che la parola è stata investita di potere magico molto prima della nascita del cristianesimo: nelle culture più antiche, come quella egizia e mesopotamica, la parola non era solo un mezzo di comunicazione, ma uno strumento capace di influenzare il mondo. Gli Egizi credevano che la “heka”, ovvero la magia, fosse attivata proprio dalle parole. Nei rituali, le formule pronunciate con precisione potevano chiamare gli dei, proteggere l’anima nel viaggio verso l’aldilà, o persino manipolare il destino. Lo stesso accadeva tra i Sumeri e gli Accadi, dove gli incantesimi orali servivano a invocare le divinità o scacciare gli spiriti maligni. Anche in India, nella civiltà vedica, i mantra erano visti come potenti strumenti capaci di plasmare la realtà: il suono delle parole aveva il potere di mantenere l’equilibrio del cosmo. 

Ma la parola non ha bisogno di poteri magici per assumere un ruolo fondamentale nella storia umana; da un punto di vista antropologico, essa è stata il fondamento stesso dell’evoluzione sociale. Senza la parola non avremmo potuto tramandare conoscenze, raccontare storie, creare legami tra individui. L’antropologo Claude Lévi-Strauss sosteneva che i miti e le leggende non erano semplici racconti, ma sistemi di pensiero che riflettevano la struttura sociale di una comunità.  

E, da scrittore, non posso non parlare della parola dal punto di vista dello storytelling: Will Storr, nel libro: La scienza dello storytelling, insegna il valore antropologico del raccontarsi storie. Sono migliaia di anni che gli umani si tramandano informazioni attraverso narrazioni avvincenti, e questo processo è diventato parte di noi, del nostro modo di pensare e conoscere. I lettori di oggi sono figli di una tradizione antichissima e rispondono alle sollecitazioni emotive secondo aspettative e criteri ben precisi. Alimentare la curiosità, innescare l’empatia, coinvolgere la memoria… sono tutti meccanismi che fanno parte di un sistema definibile e studiabile che si chiama, appunto, storytelling. 

Mentre preparavo l’esame di psicologia generale, avevo letto qualcosa di molto interessante riguardo alla relazione che intercorre tra la vastità del vocabolario conosciuto da un individuo e il suo livello intellettivo. Confesso che per risponderle ho dovuto riprendere in mano qualche vecchio libro. È stato Lev Vygotsky a sostenere che il linguaggio non è solo uno strumento per comunicare, ma un mezzo per pensare. Più parole conosciamo, più siamo capaci di articolare pensieri complessi e risolvere problemi. Anche in alcuni test del QI è presente una valutazione delle capacità linguistiche e del vocabolario.  

Anche se, forse, la sorprenderà sapere che la più importante lezione sul valore delle parole non l’ho appresa durante gli studi di psicologia, ma nel periodo in cui preparavo gli esami di giurisprudenza: ricordo che nel corso dell’esame di diritto costituzionale, al primo anno, un me molto più giovane e ignorante ha risposto che: “il decreto legge viene messo sulla gazzetta ufficiale e diventa legge solo dopo 60 giorni.” L’assistente mi rispose un secco “no.” Io pensai di aver sbagliato la tempistica. “Forse erano 80 giorni?”. Ancora lo stesso “no”. Dopo avermi lasciato arrovellare per qualche minuto, l’assistente mi bocciò dicendomi che i decreti legge non vengono messi sulla gazzetta ufficiale, ma pubblicati. Non la presi bene, all’epoca, pensai che il senso avesse più importanza della forma, ma in seguito imparai che l’uno perde valore senza l’altra. Scegliere la giusta parola può valere un esame all’università e molto di più. 

Infine, non posso non menzionare Stephen King, che, nel celebre libro On Writing: A Memoir of the Craft, alla domanda: “Come scrivi un libro?”, ha risposto: “One word at a time”, ovvero “Una parola alla volta”. Questa affermazione racchiude una verità essenziale: ogni parola è un tassello di un’opera più grande. Scrivere è una costruzione paziente, e ogni parola, scelta con cura, contribuisce a creare una storia solida e coerente. La parola, che nei millenni ha avuto il potere di influenzare la magia e la società, rimane oggi il cuore pulsante della narrazione. 

Che cosa significa per te scrivere? C’è in esso una tensione etica? I tuoi studi, di giurisprudenza prima e di psicologia clinica poi, come hanno influenzato la tua scrittura in termini di stile, visione e ispirazione? E in termini di scandaglio psicologico dei personaggi?                                                                             

Per me scrivere è molte cose: un atto catartico intimo e personale; un canale che mi permette di convertire i pensieri più grezzi ed emotivi in concetti più raffinati e razionali; è comunicazione nella sua accezione più nobile, ovvero Arte, che si tratti di un quadro, una scultura, una sinfonia o un libro, ogni forma d’arte permette all’autore di trasmettere il suo mondo interiore al pubblico, comunicando ciò che prova, ciò che è. L’etica e la scrittura hanno sicuramente dei punti di contatto, ma bisogna stare attenti a non sfociare nella didattica, per poi franare nel proselitismo. Un buon libro sa affrontare temi etici senza schierarsi: gridare al mondo le proprie opinioni attraverso le parole di un personaggio è meschino, e giustamente allontana i lettori. Nell’Antico Mortale ho mostrato alcuni conflitti essenziali: tradizione contro innovazione, giusta guida contro libero arbitrio, coerenza verso i propri obbiettivi contro capacità di adattamento… Attraverso le azioni dei personaggi ho mostrato dove possono condurre certe scelte, ma spero di aver lasciato abbastanza spazio per le riflessioni dei lettori. 

Già nella risposta alla prima domanda ho accennato ai miei studi, posso aggiungere che la laurea in legge mi ha permesso di comprendere alcuni aspetti interessanti relativi alla gestione del potere, alla costruzione della società, al modo in cui le persone si accordano per raggiungere i propri fini e come questo abbia sempre un prezzo. La società stessa ha un prezzo molto salato: il bene della collettività supera l’interesse del singolo, l’istinto naturale viene addomesticato e piegato a norme e costumi, i bisogni primari vengono veicolati e strumentalizzati al fine di creare un sistema relativamente prevedibile e gestibile attraverso leggi e regolamenti. Ognuno di noi paga un caro prezzo di libertà per ottenere sicurezza e stabilità. 

Mi sono laureato in legge senza sapere cosa ne avrei ricavato, ma quando ho deciso di tornare all’università per conseguire la seconda laurea in psicologia, l’ho fatto per passione. Comprendere perché le persone fanno ciò che fanno è sempre stato il mio desiderio primario. Ovviamente non ho trovato una risposta assoluta, ma, tra gli studi e le esperienze di vita, ho sviluppato una buona competenza nel costruire modelli mentali che, per rispondere alla sua ultima domanda, sono essenziali per sviluppare personaggi coerenti e profondi.  

Pensi a una persona che le è cara e che conosce da molto tempo, potrebbe essere sua moglie, il suo migliore amico, sua madre… immagini di avere una conversazione con questa persona. Sono certo che riuscirà a prevedere ogni sua risposta, magari vedrà anche come si muove, gesticola e si aggira per la stanza.  

Io potrei vivere per anni isolato dal mondo – in certi periodi della mia vita l’ho fatto davvero – perché nella mia mente converso continuamente con un’infinità di persone. Alcuni miei amici si risentono perché non mi faccio sentire per mesi, ma io parlo con loro continuamente.  

Negli anni, ho sperimentato quanto le mie conversazioni simulate fossero logiche e veritiere, ho predetto il comportamento di diverse persone a distanza di mesi o anni, ricevendo poi conferma dei miei pronostici.  

Studiare psicologia mi ha certamente aiutato a sviluppare questa capacità, ma sono così tante le esperienze e le nozioni che hanno contribuito a formare la persona che sono oggi, che non saprei proprio come riassumerle tutte in questa intervista. 

Che cosa significa per te vedere e qual è il tuo rapporto con la realtà, come ti sentiresti di definirla e che cosa è per te reale? C’è una componente magica in essa e qual è la chiave per coglierla?                                                                                     

Da un punto di vista neurologico, vedere, sentire, toccare… sono tutti stimoli raccolti dai nostri recettori che vengono poi convertiti in impulsi bioelettrici che viaggiano attraverso il sistema nervoso per arrivare al cervello. E una volta arrivati, che succede? Credo sia quello il punto e il luogo in cui la sua domanda trova la lacuna della scienza in cui dare spazio alla magia.  

Senza allontanarci troppo da ciò che è dimostrabile e verificabile, fermiamoci un istante a riflettere sul fatto che il mondo che vediamo è solo una ricostruzione parziale e artificiale. Esistono molti più colori di quanti ne colga l’occhio umano, esistono spettri luminosi che non possiamo percepire, ognuno di noi ha un punto cieco nel capo visivo che viene riempito da un’ipotesi plausibile del nostro cervello. E stiamo parlando soltanto della vista. Tutti i nostri sensi sono estremamente limitati e imprecisi, anche la memoria è molto meno affidabile di quanto si pensi. Quindi, il mondo che crediamo di vedere è quello che realmente ci circonda? Sì e no. Sono un uomo pragmatico e preferisco una buona risposta euristica a una credenza fideistica.  

Ognuno di noi sa che potrebbe morire il giorno seguente, investito da un’auto o colpito da un asteroide, perché no? Ma scegliamo ugualmente di scrivere la lista della spesa, di compilare l’agenda, di cominciare la dieta, di accettare l’invito a cena di uno spasimante… perché? Perché l’alternativa sarebbe l’immobilismo. Se ci fidassimo solo di ciò che è certo al 100% non potremmo fidarci di nulla e periremmo di stenti in una morsa di terrore. Più o meno consciamente, approssimiamo le stime, e ciò che è molto probabile diventa certo, ciò che è successo negli ultimi vent’anni accadrà anche domani. Il sole sorgerà ancora, il rosso sarà sempre rosso e io domani non verrò colpito da un asteroide. 

Quindi, che si tratti della trama di un libro o della vita quotidiana, la definizione di “reale” è il frutto di una scelta, non di un fatto.  

Come nasce in te la predilezione per il genere fantasy, deriva forse da un’irrisolta conflittualità con la stessa realtà che ti circonda, o piuttosto dal desiderio di reinventarla, di sublimarla? Quanta verità e/o lungimiranza nell’immaginazione?                                                                                                               

Devo premettere che, per ragioni di marketing, l’etichetta del genere letterario di un libro va scelta per individuare il target di riferimento; la mia trilogia è classificata come “thriller”, ma immagino che lei si stia riferendo al “fantasy” secondo la sua accezione letterale, ovvero di fantasia, intesa in contrapposizione a tutto ciò che è reale. In tal senso, anche horror e fantascienza possono essere considerati “fantasy”. 

Detto ciò, io sono un estremista: non racconterei mai una storia “reale”, proprio come non amo leggerle. Potrei dire che la realtà non si batte; quando voglio una storia vera apro la finestra, ascolto la gente al bar, telefono a un amico, faccio un viaggio, ascolto i miei pazienti… siamo letteralmente immersi nella realtà, c’è davvero bisogno di raccontarsela anche nei libri? Non confondiamo reale con realistico, mi raccomando! Anche la più assurda storia di fantasia è bella solo se mantiene vivo il “patto di sospensione dell’incredulità”, e questo significa che a partire dall’introduzione dogmatica: gli alieni esistono, possiamo viaggiare nel tempo, abbiamo clonato i dinosauri… tutto ciò che seguirà dovrà essere logico e razionale. Il principio di causa/effetto deve essere sempre rispettato! 

Io ritengo che un libro, o un film, siano finestre che qualcuno apre su mondi alternativi che altrimenti non potremmo vedere. Un dono meraviglioso! Inestimabile. Per questo motivo, scrivo storie di fantasia con solide basi scientifiche, faccio ricerche storiche, mi documento e spendo nottate a prendere appunti e sviluppare ipotesi. Per donare ai lettori uno scorcio su qualcosa che non possono trovare da nessun’altra parte. Un’esperienza unica e autentica che la vita reale non può offrire. 

Quanta verità c’è nell’immaginazione? Se scegliamo di crederci per tutta la durata della lettura, c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E quando chiudiamo il libro, le emozioni che rimangono sono autentiche. 

Tu sei autore di un’opera davvero ponderosa, la trilogia La Genia d’Oro suddivisa nei tre volumi Il Diario Segreto di Edgar Stone, Cercando Amy e L’Antico Mortale, l’ultimo della serie appena edito che si differenzia e distingue per il diverso stile narrativo, che passa dalla forma diaristica al romanzo, e per il soggetto declinato in terza persona. Che cosa ha voluto dire per te in ultima analisi realizzare questa impresa letteraria che ha comportato una lunga ricerca storica, documentaristica e dialettica, un continuo confronto tra storia, anti storia, miti e leggende? Quali sono i limiti della ricerca storica? La si può disgiungere da una ricerca filosofica?                                                               

Il primo libro della trilogia nasce come un progetto molto più piccolo e privato: ispirandomi ai racconti di Lovecraft, in cui spesso il personaggio narrante racconta di aver trovato un diario, avevo deciso di scrivere a mano, ogni sera, calandomi nei panni di Edgar Stone, prendevo nota, disegnavo mappe, codici, appunti. Al termine del lavoro, invece di regalare il manoscritto a un amico, decisi che il risultato finale meritava la pubblicazione. Così l’ho trascritto al computer, cercando di salvare lo stile originale. 

In seguito mi sono chiesto cosa ci fosse oltre i confini della Rocca, il laboratorio segreto in cui si svolge il primo libro, così ho deciso di allargare la scena scrivendo un secondo diario, in cui il nuovo narratore racconta il suo viaggio alla ricerca della fidanzata scomparsa, finendo nello stesso mistero che aveva risucchiato Edgar Stone. Il primo libro diventa parte integrante del secondo, inquanto viene ritrovato dal nuovo narratore. In un mix di azione anni 80’ e thriller scientifico in stile M. Crichton, il secondo romanzo si rivela essere una storia adrenalinica che alza il livello dei misteri. Dall’ambiente chiuso della Rocca, si passa alla Colombia, fino a scopre che il mondo intero è coinvolto, che le risposte sono sepolte nel passato e una grande guerra sta per sconvolgere il pianeta.  

Il terzo libro ha richiesto molto più lavoro rispetto ai precedenti; attraverso il narratore onnisciente ho risposto a ogni quesito lasciato in sospeso, ho raccolto i semi pazientemente distribuiti nei primi libri. Si scopre la vera identità di personaggi quasi dimenticati, si svela la cospirazione che stava dietro agli esperimenti e i due veri contendenti scendono in campo per combattere la battaglia finale. 

Non ho trovato particolari limiti nel corso della ricerca storica: al giorno d’oggi le informazioni sono facilmente reperibili, spesso possiamo trovare quello che stiamo cercando senza bisogno di sapere se esista veramente. Mi spiego meglio, ipotizziamo di voler dimostrare che il caffè è cancerogeno: basterà cercare su Google “il caffè è cancerogeno” e appariranno svariate informazioni. Volendo, potremmo alzare il livello del nostro lavoro cercando su Google Scolar, o altre piattaforme simili, per trovare ricerche e pubblicazioni scientifiche. Poi proviamo a cercare: “il caffè previene il cancro”, e troveremo altrettante informazioni. 

La storia, le pubblicazioni scientifiche, le ricerche antropologiche, le religioni, i miti e le leggende, rappresentano un mare magnum di informazioni, in cui è possibile affermare tutto e il contrario di tutto, in perfetto stile sofistico. Per ricollegarmi alla sua domanda sulla filosofia, credo che, se oggi Socrate potesse tornare in vita, si divertirebbe moltissimo a navigare su Internet. Diventerebbe il peggiore dei Troll che infestano forum e social.  

Qual è il tuo rapporto con il Tempo? È sempre sinonimo di evoluzione? Smetterà mai la guerra di essere lo strumento principe di risoluzione dei conflitti tra i popoli?                                                                                                             

Domanda interessante. In effetti ho sempre avuto un rapporto difficile col tempo, con la sua ineluttabilità e con la mortalità. A 18 anni, all’esame di maturità, scrissi una tesina dal titolo: Il desiderio di immortalità, riportando esempi di come questo desiderio umano sia stato promotore di evoluzioni in campo artistico, filosofico, sociale e culturale. La paura della morte e il mistero che l’accompagna è alla base di ogni religione. L’essere umano è l’unico animale che vive con la consapevolezza che un giorno dovrà morire. È un peso titanico che trascina sul fondo del nostro inconscio una serie di timori e riflessioni che ci condizionano ogni giorno.  

Il rapporto tra tempo ed evoluzione non descrive una curva ascendente: Ai tempi in cui l’antropologia era una materia da salotto, si era soliti suddividere le diverse popolazioni secondo una gerarchia evolutiva, convinti che le tappe fossero facilmente inseribili lungo una linea progressiva. Ma questa errata convinzione venne smentita dal lavoro di Franz Boas, che nel 1896 pubblicò il celebre saggio: The Limitations of the Comparative Method of Anthropology, dimostrando che le culture seguono percorsi distinti, influenzati da fattori storici e ambientali unici. Boas introdusse il concetto di “relativismo culturale”, sostenendo che le società umane non possono essere classificate su una scala evolutiva fissa e che la diversità culturale è una manifestazione naturale di condizioni diverse. 

Nel corso delle ere si sono evolute e poi estinte un’infinità di specie e, di volta in volta, non si è verificato un processo di perfezionamento vero e proprio. L’evoluzione, che si parli di specie, cultura, arte, moda, o altro, non è mai definibile in termini assolutistici come un miglioramento o un peggioramento. Esso si forgia nel crogiolo del contesto – o ambiente, volendo mantenere una terminologia darwiniana – migliore è ciò che meglio si adatta al contesto, peggiore è ciò che soccombe. Ma il contesto muta in modo entropico, imprevedibile. 

Quanto alla guerra e al suo perpetrarsi nel futuro della società umana, credo che sia molto difficile fare una previsione. Se intendiamo la guerra nella sua accezione di “conflitto”, essa esisterà finché ci sarà vita. Ogni organismo vivente è in conflitto con l’ambiente per mantenersi in equilibrio. In ogni istante, il nostro corpo combatte contro batteri, funghi, virus, replicazioni cellulari fallate che potrebbero sviluppare tumori, variazioni di pressione, temperatura… il conflitto è inevitabile. 

Ma volendo considerare la guerra come estrema espressione “violenta” della società umana, la faccenda si fa molto più interessante. La violenza è la prima e l’ultima risorsa: la prima che sperimentiamo quando siamo bambini e reagiamo aggredendo ciò che non capiamo, ciò che ci disturba; l’ultima che rimane quando siamo messi spalle al muro e dobbiamo scegliere se combattere o morire. Con il progredire della società si è ampliato molto il segmento che sta tra questi due punti. Gli strumenti che ci permettono di risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza sono sempre di più e l’educazione alla nonviolenza è sempre più incisiva. Questo fa ben sperare. 

Ma rimane da considerare il fatto che la guerra sta trovando nuovi modi per esprimersi, in assenza di violenza. Basti pensare alle guerre economiche, batteriologiche, mediatiche… Forse smetteremo di vedere uomini che uccidono altri uomini sul campo di battaglia, ma il conflitto per il potere continuerà a mietere vittime in modo più subdolo e indiretto.  

Finché comanderanno le persone che desiderano comandare, invece di quelle più adatte per il compito, ci sarà sempre guerra. 

Quali sono i tuoi programmi e progetti futuri?                                                                 

Ho di recente terminato la prima stesura del mio prossimo libro.                                        Sono lieto di raccontarle brevemente qualcosa su “Le Catene dello Spazio” ambientato nel 2500 (il titolo è provvisorio). In questo romanzo di fantascienza si intrecciano tre trame principali: 

Silas Ryu, il leader di un gruppo di ribelli marziani, progetta di colpire una delle società interplanetarie più potente e corrotta, per mostrare al popolo la verità che sta dietro alla colonizzazione di Marte. Inoltre, cerca di ottenere vendetta per ciò che gli è stato fatto: sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio, gli sono stati somministrati psicofarmaci per disturbi che non aveva, causandogli danni permanenti, con conseguenti allucinazioni e paranoie. 

Matilda Reed, la presidentessa della Matt-poli, sta per realizzare il suo sogno di potere: dopo anni di duro lavoro, legale e non, ha finalmente l’opportunità di impadronirsi di ciò che le occorre per diventare la persona più potente del sistema solare. Ma, senza la guida della madre, Matilda fatica a gestire l’enorme carico di stress e si imbatte in una serie di ostacoli imprevisti. 

Su Edelgord, un pianeta alieno, vive una razza evoluta e senziente, con una società paradossale fondata sulla codipendenza. Gli edeli hanno quattro sessi: femmine, maschi bianchi, maschi rossi e neutri. La società è matriarcale e le famiglie hanno forma triangolare, inquanto per procreare è necessaria l’unione di una femmina, un bianco e un rosso. 

I neutri sono rarissimi, ognuno possiede una particolare maestria innata che lo rende un genio innovatore. Xellar, un neutro con la maestria per la fisica e l’ingegneria aerospaziale, viene convocato per partecipare a un consiglio con il compito di salvare il pianeta da una glaciazione imminente. Edelgord è sull’orlo della catastrofe per aver sfruttato eccessivamente le energie rinnovabili, (luce solare, energia eolica, moto ondoso, geotermica…) innescando un progressivo abbassamento delle temperature, che ora ha raggiunto il punto di non ritorno. 

Attraverso le avventure di questi tre personaggi, Le Catene dello Spazio mostra le criticità della società moderna, lo sviluppo ipotetico che rischiamo di dover affrontare e il grande inganno delle meccaniche economiche. Attraverso paradossi e metafore, vengono prese in considerazione le lacune della struttura sociale contemporanea e vengono proposti spunti di riflessione socio-filosofica che aprono la strada al miglioramento. 

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“I giorni del mare”, il nuovo singolo di Davide Mottola ispirato al libro omonimo della scrittrice Caterina Adriana Cordiano

I giorni del mare, il nuovo singolo di Davide Mottola ispirato al libro omonimo della scrittrice Caterina Adriana Cordiano

Dal 25 ottobre il brano è disponibile in tutti i digital store

Presentazione del libro e del singolo Venerdì 25 ottobre, ore 18.30 – Teatro della Dodicesima – Roma

Qui il videoclip ufficiale:  

https://www.youtube.com/watch?v=vH9Pl5OkJzM 

 Non possiamo sapere se sia già accaduto, ma di certo non è storia di tutti i giorni che un libro ispiri una canzone. 

Succede con I giorni del mare, nuovo singolo del cantautore Davide Mottola (dal 25 ottobre 2024 disponibile in tutti i digital store), ispirato al libro omonimo della scrittrice Caterina Adriana Cordiano, pubblicato nel 2019 da Pellegrini Editore. 

Il libro, dato alle stampe pochi mesi prima che il Covid 19 facesse irruzione nelle nostre vite, pur ottenendo lusinghieri consensi di pubblico e di critica letteraria, non ha potuto godere naturalmente della giusta e capillare promozione; ma ecco ora improvvisamente nutrirsi di una nuova vita grazie al contributo artistico del cantautore romano, catturato dalle innumerevoli sfumature ed incursioni del romanzo. 

Un uomo alla ricerca della sua identità, la fuga dalle delusioni e dagli intrighi che coinvolgono la sua vita affettiva e professionale, il distacco dall’inquietudine della città, la ricerca di un riparo segreto, l’abbraccio con le sue origini, con la vastità del mare, per poter placare i suoi turbamenti e ritrovare se stesso. 

Da queste suggestioni, nasce il desiderio di Davide Mottola di tradurre in versi ed in musica questo percorso, nel quale ogni ascoltatore, come ogni lettore, può riconoscersi, identificarsi, o confrontarsi con la propria personalità, con la propria avventura umana. 

Canzone e libro, in un inedito e straordinario abbraccio, viaggeranno in questo progetto, scritto e diretto da Gerry Mottola, giornalista e direttore artistico. 

Un percorso denso di momenti, occasioni, incontri e confronti che avrà il suo inizio Venerdì 25 ottobre, alle ore 18.30, presso il Teatro della Dodicesima di Roma, con la presentazione del libro e del brano. 

All’evento, promosso da Frammenti Sonori Associazione Culturale, in collaborazione con TamTam Cultura APS e Condi-Visioni.it, testata giornalistica on line, parteciperanno Caterina Adriana Cordiano, autrice del libro, Davide Mottola, autore e interprete del brano, Cettina Quattrocchi, Presidente Consulta della Cultura Municipio Roma IX, Gerry Mottola, autore del progetto.  

Nello stesso giorno avverrà la pubblicazione del brano (prodotto da Gerry Mottola e Davide Mottola per la Long Digital Playing di Luca Bonaffini, con gli arrangiamenti di Edoardo Petretti) in tutti i digital store. 

Successivamente, un’altra presentazione si terrà a Napoli nel mese di novembre, mentre per il mese di dicembre è in preparazione una serata evento a Roma che vedrà la partecipazione di importanti artisti ed autorità intellettuali. Un “concerto in viaggio” sulle note musicali, letterarie, poetiche, umane e sociali del libro e della canzone. 

 Davide Mottola sui Social 

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https://www.tiktok.com/@davidemottola?_t=8k0sLfx0YaH&_r=1 

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“In fabula” il nuovo disco di Oscar Del Barba OX Trio, trentaduesima produzione per nusica.org

In fabula 

Oscar Del Barba OX Trio 

Un repertorio davvero originale. Un raffinato intreccio tra modern jazz e musica contemporanea, tra scrittura contrappuntistica e ricerca ritmica.    

La copertina del nuovo disco di Oscar Del Barba – Ox Trio

Trentaduesima produzione per nusica.org, associazione culturale ed etichetta musicale particolarmente attenta nella promozione e nel supporto di artisti innovativi.

Il nuovo lavoro di Oscar Del Barba in uscita il 18 ottobre 2024. Il disco è anticipato dall’uscita del singolo Il pipistrello e le donnole, disponibile dall’11 ottobre. 

È un denso dialogo tra composizione e improvvisazione l’ultimo lavoro di Oscar Del Barba – Ox Trio in uscita il 18 ottobre per l’etichetta musicale nusica.org.  

Il suggestivo titolo In fabula racchiude il senso di un’opera prismatica, dalle componenti intrecciate, in cui il rapporto tra le parti dà forma a un sound ora etereo e spazioso, ora denso ed energico. Il risultato è un lavoro stratificato, tra armonia e ritmo, in cui i ruoli dei musicisti si alternano in modo inconsueto per una formazione, il piano trio, centrale nella tradizione della musica afroamericana. La poetica riflessa nelle esecuzioni e nelle registrazioni assume un carattere trasversale, una vocazione interstiziale che fonde contaminazioni diverse destinate a unirsi in uno stile unico, che si uniforma in esecuzione. 

Le idee compositive di Oscar Del Barba si articolano in rivoli di motivi impreziositi dal lavoro in sinergia con Giacomo Papetti e Andrea Ruggeri, tesi a un’esecuzione cameristica dove l’attività di ognuno è indispensabile per la costruzione dell’”evento sonoro”. Un trio improntato dunque a una straordinaria qualità del suono, a un’intensità esecutiva che mira al coinvolgimento dell’ascoltatore. 

I dieci brani che compongono l’album hanno titoli dal sapore mitico (Il cane e il campanello; Il cavallo e l’asino; Il lupo e l’agnello; Il topo di campagna e il topo di città; L’aquila e lo scarafaggio; La cicala e la formica; La rana e lo scorpione; La volpe e il caprone; La volpe e l’uva; La volpe e la pantera; Il pipistrello e le donnole), ispirati alle favole di Esopo. Ognuno racconta una storia dai contorni mobili, è il capitolo di un’opera potenzialmente interminabile che conserva il senso delle antiche tradizioni guardando al valore dell’incontro, dell’intreccio con la modernità sperimentale. Così, in questo terreno liminare, l’ascoltatore è libero di immaginare un proprio racconto e di costruire, a partire dalla musica, un proprio film o una suggestione sensoriale, superando il puro atto nominativo e dando un corpo alle storie in movimento. 

Il trio ha al suo attivo diversi album: OX (2016) con composizioni originali di Oscar Del Barba nelle quali vengono utilizzate la dodecafonia, la politonalità, ritmi dispari, polimetria; Giuseppe Verdi entangled con Achille Succi (2019) in cui i passi d’opera di Verdi vengono decontestualizzati e rivestiti con colori del tutto originali mediante l’utilizzo di elementi rock-progressive che richiamano le composizioni di Frank Zappa; un progetto su West side story di L. Bernstein sempre con la presenza di Achille Succi, dove i passi dell’opera di Bernstein sono impreziositi da un attento uso dell’elettronica; In fabula, ultimo lavoro col quale la formazione torna alla sua dimensione originale. Con questi progetti OX Trio si è esibito in festival e rassegne ricevendo recensioni positive su giornali e riviste. 

Oscar Del Barba è nato a Brescia nel 1968, diplomato in pianoforte, Jazz, composizione e in orchestrazione per banda. È un artista eclettico per “bisogno espressivo”: questo bisogno l’ha portato a comporre e suonare in diversi stili musicali: dal pop al jazz, dalla musica “classica” alla musica etnica e popolare di diverse zone del mondo, formando uno stile personale complesso e popolare al tempo stesso. Nel 1993 e 1994 vince due borse di studio per il Berklee College of Music in Boston. Vincitore di numerosi premi in importanti concorsi pianistici e di composizione sia classica sia jazz (tra cui il I premio al Concorso Internazionale di composizione “Scrivere in Jazz” di Sassari nel 2002). Per il suo operato musicale nel 2009 gli viene conferito il prestigioso “Premio Gorni Kramer” (VII. Edizione). 

Vanta collaborazioni come pianista con importanti musicisti del panorama musicale e jazzistico internazionale come Markus Stockhausen, Dave Liebman, Ralph Alessi, Javier Girotto, Matt Renzi, Sandro Gibellini, Francesco Bearzatti, FlacoBiondini, Ares Tavolazzi, Paolo Silvestri, Mauro Negri, Simone Guiducci,Roberto Dani, Salvatore Maiore, Fausto Beccalossi, Achille Succi, GuidoBombardieri. Per il pop ha più volte suonato col cantautore Francesco Guccini. È stato ospite a trasmissioni su Radio Tre ed è molto richiesto come arrangiatore. Oscar Del Barba ha tenuto concerti sia come pianista sia come fisarmonicista, oltre che in Italia, in prestigiosi teatri e auditorium in diversi paesi (Argentina, Perù, Ecuador, Colombia, Messico, Guatemala, Turchia, Paesi Scandinavi, Paesi Baltici, Germania, Francia, Olanda, Belgio, etc.). L’attività didattica ha accompagnato da sempre quella concertistica e compositiva.  Attualmente è docente della classe di Pianoforte jazz del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano. 

Giacomo Papetti è nato a Brescia nel 1984. Bassista elettrico e acustico, contrabbassista, compositore, arrangiatore e produttore artistico, esordisce giovanissimo come strumentista accanto a cantautori locali e all’interno di cover band. Oggi è attivo in ambiti musicali diversi: dai linguaggi trasversali del jazz contemporaneo, al pop/rock alternativo, con una forte prevalenza per repertori di musiche originali e di ricerca. Ha all’attivo l’incisione di più di 30 album. È leader e compositore di: The Loom, gruppo ispirato alla musica antica e contrappuntistica, con Fulvio Sigurtà alla tromba, Achille Succi al clarinetto basso, Nelide Bandello alla batteria; Small Choices (con E. Maniscalco al pianoforte e G. Rubino ai clarinetti); Oltaploc (laddove il jazz di Mingus si scontra con il free e Frank Zappa con M. Milesi ai sax, G. Bianchetti alla chitarra, G. Boggio Ferraris al vibrafono, N. Bandello alla batteria). È co-leader di vari gruppi, tutti dediti alla musica originale: Dimidiam (con Massimiliano Milesi al sax, un duo di matrice cameristica tra folk e armonie contemporanee). Oltre a innumerevoli collaborazioni nel circuito rock e popular in ambito jazzistico è richiesto strumentista e membro di gruppi votati a repertorio originale quali Oscar Del Barba OX trio e quartet, Massimiliano Milesi OOFTH, Paolo Bacchetta, Mood Ellington, Paolo Profeti  etc. Quartet, Clank Quartet di MIDJ Lombardia 2016) e tanti altri. Ha tenuto centinaia di concerti in Italia e all’estero. 

Andrea Ruggeri Batterista, compositore, arrangiatore e didatta, inizia a suonare la batteria all’età di undici anni, perfezionandosi prevalentemente da autodidatta e partecipando a vari seminari, master class e laboratori di ricerca. Attualmente frequenta il secondo anno del triennio accademico di Batteria e percussioni jazz. Attivo nelle nuove musiche, nel jazz e nella musica popolare contemporanea, ha collaborato e collabora con numerosi artisti nazionali ed internazionali, suonando in diversi festival e rassegne in Italia, Austria, Francia, Germania, Belgio, Grecia, Spagna, Romania, Norvegia, Russia, Marocco, e registrando oltre trenta dischi. Dal 2014 è leader dell’ARE Andrea Ruggeri Ensemble che vede coinvolti tredici musicisti tra Sardegna, Calabria, Emilia Romagna, Val D’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli, che si avvicendano in diversi progetti e formazioni. Il 2017 è l’anno del suo debutto in solo con la performance IDcard. 

  1. Il cane e il campanello (08:14)
  2. Il cavallo e l’asino (07:45)
  3. Il lupo e l’agnello (03:33)
  4. La volpe e il caprone (03:21)
  5. L’aquila e lo scarafaggio (06:44)
  6. Il topo di campagna e il topo di città (02:59)
  7. La volpe e l’uva (04:55)
  8. La rana e lo scorpione (04:42)
  9. La cicala e la formica (03:44)
  10. La volpe e la pantera (03:30)

Oscar Del Barba | pianoforte, composizioni 

Giacomo Papetti | contrabbasso 

Andrea Ruggeri | batteria, percussioni 

Tutti i brani sono di Oscar Del Barba, mixati da Oscar Del Barba, Giacomo Papetti e Andrea Ruggeti, masterizzati da Michele Marelli. 

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Melinconismo, evento a cura di Artotek presso la Biblioteca Moby Dick di Roma, venerdì 25 ottobre ore 16.00-18.00

Venerdì 25 Ottobre ore 16.00 -18.00 presso la Biblioteca Moby Dick in Via Edgardo Ferrati 3a (Metro Garbatella ) a Roma presentazione dell’antologia del movimento MELINCONISMO a cura di Michele Gentile, Edizioni Terre Sommerse.

Evento a cura di Artotek conduce l’evento Francesca Micacchi.

Per l’Antologia N° 1 del Melinconismo interverranno i poeti e gli artisti del movimento con un reading di poesia, musica dal vivo ed esposizione di fotografia e pittura.

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Il Bando del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – VII Edizione

Il Bando del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” – VII Edizione
Per opere edite (in formato E-book e cartaceo) anche autopubblicate.

ndo Premio Letterario Nazionale EquiLibri VII Edizione

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Ciclo di incontri “La magia dei classici”: otto Meridiani raccontati da scrittrici e scrittori di oggi – dal 24 ottobre al 12 dicembre – Sala Santa Rita, Roma

Scrittrici e scrittori di oggi raccontano i grandi della letteratura

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21 ottobre: Memoria liturgica di San Gaspare del Bufalo

21 ottobre: Memoria liturgica di San Gaspare del Bufalo 

Le celebrazioni presso la Parrocchia San Gaspare e la Rettoria di Santa Maria in Trivio a Roma 

Il prossimo 21 ottobre si celebrerà la memoria liturgica di San Gaspare del Bufalo, una ricorrenza di grande rilevanza spirituale e comunitaria per i fedeli di tutto il mondo. San Gaspare dedicò la sua vita alla missione evangelizzatrice, promuovendo la devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo. Gaspare del Bufalo (1786-1837) è stato un sacerdote romano, noto per la sua intensa attività missionaria e per aver fondato la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue il 15 agosto 1815 presso l’Abbazia di San Felice in Giano Dell’Umbria (PG). Animato da un profondo zelo apostolico, si dedicò alla predicazione in tutta Italia, soprattutto nelle zone rurali. Nonostante le difficoltà, inclusa la prigionia sotto Napoleone per essersi rifiutato di giurare fedeltà all’imperatore, San Gaspare rimase fedele alla sua missione. Fu canonizzato nel 1954 da Papa Pio XII. 

Don Benedetto Labate, Direttore Provinciale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue afferma che «la memoria liturgica di San Gaspare del Bufalo è un vero evento nell’anno liturgico, per noi Missionari del Preziosissimo Sangue. Ricordo ancora quando nel 1991 entrai in Comunità di Accoglienza ad Albano Laziale, era proprio quindici giorni prima del 21 ottobre. L’aria era frenetica, il sapore della festa investiva tutti, dal più piccolo al più grande. Ognuno aveva un compito, ognuno doveva occuparsi di qualcosa. E poi arrivava l’evento, la solenne celebrazione eucaristica, a volte presieduta dal Vescovo di Albano, altre volte dal nostro Moderatore Generale, altre volte dal Direttore Provinciale. Ma tutto era maestoso, tutto importante, tutto gioia. A distanza di oltre trent’anni, la ricorrenza del nostro santo Fondatore non ha perso il suo fascino, ogni Comunità della Provincia organizza qualcosa, un triduo, una predicazione, incontri culturali o spirituali, tutti si prodigano a far conoscere per mezzo di manifesti, locandine o post sui social ciò che si è preparato per onorare l’Apostolo del Sangue di Cristo. È un forte segno del senso di appartenenza, è indice del sentirsi famiglia e casa, è un modo per dire grazie a Dio di aver suscitato nella Chiesa un uomo così carismatico e aver chiamato tutti noi a far parte del suo sogno: dire a tutti l’infinito Amore di Dio per l’umanità!». 

Nella Parrocchia San Gaspare del Bufalo, situata nel quartiere Tuscolano, si terranno i seguenti appuntamenti: da giovedì 17 a sabato 19 ottobre, alle ore 18:30, si svolgerà il triduo in preparazione della festa, con la predicazione di don Francesco Cardarelli, Missionario del Preziosissimo Sangue. Alle ore 19:30 di giovedì 17 ottobre si terrà un concerto di flauto traverso, eseguito dal maestro Tommaso Le Caselle, nella chiesa grande. 

Sabato 19 ottobre, alle ore 20:00, si celebrerà una Solenne Veglia Eucaristica e domenica 20 ottobre, alle ore 17:30, avrà luogo la processione del Santo per le strade del quartiere. A seguire, alle ore 19:00, ci sarà la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, Mons. Baldassare Reina. 

Presso la Rettoria di Santa Maria in Trivio, situata accanto alla Fontana di Trevi, dove riposano le spoglie di San Gaspare del Bufalo e del Venerabile don Giovanni Merlini, che sarà beatificato il 12 gennaio 2025, si svolgeranno i seguenti appuntamenti: da venerdì 18 a domenica 20 ottobre, alle ore 18:00, si terrà la recita della Coroncina del Preziosissimo Sangue, seguita alle ore 18:30 dalla celebrazione della Santa Messa. Domenica 20 ottobre, alle ore 18:30, avrà luogo la Santa Messa, seguita dall’adorazione eucaristica e dalla preghiera dei primi vespri in onore di San Gaspare.  

Lunedì 21 ottobre, oltre alle Sante Messe celebrate nei diversi orari della giornata, alle ore 18:30 si terrà una Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore. 

Roma 17/10/2024 

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“Cecinema”. III EDIZIONE – dal 18 al 20 ottobre. Al Palazzetto dei Congressi di Cecina torna la rassegna dedicata al cinema indipendente e all’ironia, con cortometraggi sociali e documentari positivi.

Dal 18 al 20 ottobre 2024, la città di Cecina (LI) ospiterà la terza edizione di
CECINEMA, Festival Internazionale del Corto Sociale, del Cinema Ironico e del
Documentario Positivo, organizzato da Helix Pictures in collaborazione con il Comune di
Cecina. Dopo il successo delle precedenti edizioni, Cecina si trasformerà nuovamente nel
cuore pulsante del cinema indipendente, accogliendo registi internazionali e ospiti come
Antonio Rezza, Sara Drago, Enrica Guidi e Claudio Marmugi.
La rassegna comprende tre sezioni competitive:
Corti Sociali: cortometraggi che affrontano tematiche sociali con uno sguardo
ironico o che veicolano un messaggio positivo.
Documentari Brevi: documentari che presentano buone notizie, temi trattati con
intelligenza e un approccio positivo.
72Ore Doc/Film: una competizione unica che sfida i partecipanti a girare un
documentario o cortometraggio in 72 ore sul territorio di Cecina, utilizzando elementi
specifici forniti dall’organizzazione.
Un Festival Locale e Internazionale
Tra i numerosi film selezionati, i concorrenti della sezione ufficiale sono stati scelti tra
centinaia di partecipanti da tutto il mondo, portando sul grande schermo una varietà di stili e approcci all’ironia, tema centrale del festival. Le storie si intrecceranno, esplorando contesti differenti attraverso i linguaggi di fiction e del documentario, in una competizione  di alta qualità, premiata dalla giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Marina Mazzacurati. Oltre alla selezione ufficiale, il Concorso 72 Ore rappresenta una delle esperienze più coinvolgenti del festival. In questa competizione, aperta a tutti, i partecipanti ricevono una busta contenente istruzioni precise per la realizzazione di un cortometraggio che dovranno realizzare in 72 ore, includendo nel film un oggetto e un luogo specifico del Comune di Cecina. Una sfida che stimola la creatività locale e mette in connessione la dimensione amatoriale con quella professionale.
La coesistenza di un concorso internazionale e uno locale rende CECINEMA un festival
unico nel suo genere, capace di coniugare la creatività di giovani talenti e registi affermati.
Il festival diventa così un punto d’incontro per diversi linguaggi cinematografici, accomunati dalla voglia di reinterpretare la realtà con ironia.
Ospiti CECINEMA 2024 sarà un punto d’incontro per artisti e professionisti del cinema, con ospiti di rilievo che arricchiranno il festival con le loro esperienze e competenze.
Antonio Rezza e Flavia Mastrella saranno tra i principali ospiti di Cecinema 2024. Rezza,
regista, attore e performer, e Mastrella, artista e coautrice di tutte le sue opere, sono noti per il loro stile unico e provocatorio. Insieme, hanno creato un linguaggio espressivo originale che fonde il cinema, il teatro e le arti visive, distinguendosi per la loro sperimentazione surreale e innovativa. Nel 2018, Rezza ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera per il teatro alla Biennale di Venezia, premiando il contributo artistico del duo. Durante il festival, parteciperanno a una videoconferenza in cui risponderanno alle domande del pubblico, accompagnata dalla proiezione del loro documentario “Milano, via Padova”, un’opera che esplora le dinamiche sociali e culturali di una delle strade più emblematiche di Milano. La giornata di sabato vedrà la partecipazione di Sara Drago, attrice emergente nel panorama italiano, nota per i suoi ruoli in serie TV di successo come Call My Agent Italia. La Drago, con la sua versatilità e il suo talento, si è distinta sia nel cinema che nella televisione, conquistando il pubblico con le sue interpretazioni profonde e ricche di sfumature. A Cecinema, sarà protagonista di un talk in cui condividerà il suo percorso artistico e le sue esperienze nell’industria cinematografica.
Domenica invece sarà il turno di Enrica Guidi, attrice cecinese nota soprattutto per il suo
ruolo nella serie televisiva I delitti del BarLume, tratta dai romanzi di Marco Malvaldi. Guidi, che interpreta Tiziana Guazzelli, ha saputo affascinare il pubblico con il suo personaggio nel corso delle stagioni della serie, iniziata nel 2013. Ha inoltre recitato in diversi film e serie televisive, consolidando una carriera ricca di sfumature e ruoli sia nel cinema che in televisione. Per Cecinema sarà intervistata da Claudio Marmugi, attore e comico livornese conosciuto per il suo acuto senso dell’umorismo e il suo lavoro in teatro e in televisione. Questi ospiti, con le loro storie e carriere, offriranno al pubblico un’opportunità unica per esplorare il mondo del cinema e dello spettacolo, arricchendo il programma di Cecinema con momenti di riflessione, umorismo e creatività.
Di seguito il programma completo:

Programma

Venerdì 18
17:30 – Apertura area festival
18:00 – Performance Musicale – esterna in Piazza Guerrazzi
18:30 – Proiezione documentario fuori concorso “Milano, via Padova” di Antonio
Rezza e Flavia Mastrella
19:40 – Videocall con Antonio Rezza e domande dal pubblico
20:30 – Performance Musicale – esterna in Piazza Guerrazzi
21:30 – Proiezione Corti in Concorso – Selezione Ufficiale
Sabato 19
16:00 – Apertura area festival
16:30 – Proiezione Corti in Concorso – Selezione Ufficiale
18:00 – Talk con ospite – Leonarda Saffi intervista Sara Drago
19:00 – Dj set – Forsecarabas – esterna in Piazza Guerrazzi
21:30 – Proiezione Corti in Concorso – Selezione Ufficiale
Domenica 20
15:00 – Apertura area festival
15:30 – Proiezione Nominati fuori concorso
16:30 – Proiezione 72 Ore Doc/Film Contest
17:30 – Talk con ospite – Claudio Marmugi intervista Enrica Guidi
18:30 – Proiezione Corti in Concorso – Selezione Ufficiale
20:00 – Intervento Musicale – esterna in Piazza Guerrazzi
21:30 – Cerimonia di Premiazione

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“FAI DECOLLARE I TUOI SOGNI” CHINA EASTERN AIRLINES si affida a Gruppo Matches per la comunicazione delle nuove tratte Venezia-Shangai e Milano-XI’an

Roma, 11 Ottobre 2024 – Gruppo Matches si è aggiudicata la creatività per l’ideazione, la produzione e la gestione degli spazi ADV della nuova campagna della compagnia aerea China Eastern Airlines, finalizzata a veicolare le nuove opportunità di voli dall’Italia, inaugurate in questi giorni a Milano ed a Venezia con una gran gala mozzafiato presso la Scuola Grande di San Rocco, entrambe alla presenza delle Istituzioni cinesi ed italiane.

IL VIAGGIO COME SOGNO

È questo il leitmotiv della campagna che i creativi di Gruppo Matches hanno voluto come filo conduttore: un invito a sfruttare la facilità dei nuovi collegamenti per regalarsi il sogno di visitare un Paese così immenso, antico, pieno di cultura, opportunità, visione e natura, e soprattutto così ricco di stimoli per l’immaginario del viaggiatore. Una creatività semplice e diretta che sposa a pieno l’energia che i due paesi sanno offrire. “Siamo particolarmente felici dell’opportunità di aver a questa campagna. Personalmente è stato un grande onore poter aver il privilegio di accompagnare creativamente l’apertura di questi due importanti voli.  Ho vissuto circa 13 anni della mia vita in CINA, tra Pechino e Shanghai ed ho girato per tutto il paese, gestendo e coordinando grandi eventi, strategie di comunicazione per il Made in Italy e per realtà internazionali” – ha dichiarato Andrea CICINI, Ceo di Gruppo Matches“Ogni volta che atterro nell’Impero celeste, le emozioni sono infinite, è come tornare a casa dopo un lungo viaggio. La Cina mi ha reso quello che sono oggi, devo tantissimo a questo Paese, ho avuto opportunità uniche, dal costruire la mia prima Casa Italia Paralimpica ed a costruire gli studi Tv della RAI per le Olimpiadi di Pechino 2008, sino a costruire da zero e gestire il Padiglione del Min. dell’Ambiente Italiano a SHANGHAI EXPO 2010, oltre tantissime altre sfide che in Italia sarebbe stato impossibile, purtroppo! Con la passione e senso di responsabilità che mi contraddistingue, in CINA ho raggiunto straordinari obiettivi che sono parte del mio viaggio. Un vero Sogno, come quello della nostra Campagna ADV”.

LA STRATEGIA DELLA CAMPAGNA E PIANIFICAZIONE

La campagna è stata pianificata a Venezia e Milano per i due voli. Tutto il Team della Gruppo Matches ha lavorato in modo proattivo e creativo, sviluppando un prodotto che racchiude perfettamente le necessità espresse dal nostro cliente CHINA EASTERN, che ha assecondato i nostri consigli. Un vero progetto di squadra tra Italia e Cina. Oltre 250 Impianti su tutti i pontili di Venezia. 2 Maxi Led con il tre 200 passaggi al giorno, un totem a quattro facce alto 4mt alla Stazione di Santa Lucia, mentre a Milano un Tram customizzato in giro per la città per un mese.

TURISMO E BUSINESS, UN PONTE MILLENARIO TRA I DUE PAESI

Da queste settimane, sono partiti i primi voli diretti tra Shangai (PVG) e Venezia: saranno 3 a settimana (ogni lunedì, giovedì e sabato) e verranno operati con un Airbus A330-200 allestito in due classi, business ed economy class. La partenza del volo MU785 da Shanghai è schedulata alle 00:50 (ore locali), mentre l’arrivo in laguna è previsto alle ore 07:50; nella tratta inversa, invece, si decollerà da Venezia alle 11:30 e si arriverà a Shanghai (PVG) alle 05:30 del giorno successivo (ore locali).

Inoltre, China Eastern darà il via anche ai voli diretti tra Xi’an (XIY) e Milano (MXP): si volerà 3 volte a settimana – il martedì, giovedì e domenica – a bordo di uno degli Airbus A330-200 allestiti con due cabine, business ed economy class. Il volo MU5013 decollerà dall’aeroporto internazionale di Xi’an Xianyang alle 14:40 e atterrerà a MXP alle 19:30 (ore locali); il volo MU5014 ripartirà alla volta della Cina alle 21:30 e toccherà la pista di Xi’an alle 14 del giorno dopo (ore locali). Le aspettative per il primo anno parlano di arrivare a 70 mila viaggiatori per un risparmio di tempo rispetto ad altre soluzioni di viaggio del 40%,

Ad inaugurare le tratte, l’ambasciatore d’Italia a Pechino, Massimo Ambrosetti, insieme al console generale d’Italia a Shanghai, Tiziana D’Angelo, che hanno salutato i passeggeri del volo inaugurale della nuova linea aerea diretta Venezia-Shanghai, atterrato all’aeroporto Marco Polo Tessera alla presenza del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e le Istituzioni Cinesi. La nuova tratta della China Eastern Airlines permette di raggiungere più facilmente Venezia promuovendo collegamenti più stretti tra i due Paesi anche in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. La nuova linea è stata ideata in occasione della ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Marco Polo e del ventennale del partenariato strategico Italia-Cina.

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Gruppo Matches – Nasce nel 2019 a Roma, ma con una visione internazionale grazie all’esperienza maturata all’estero da Andrea Cicini: oltre 13 anni in CINA nella comunicazione, strategia marketing e coordinamento dei grandi eventi internazionali quali Olimpiadi Pechino 2008, Casa Italia Paralimpiadi 2008, Shanghai Expo2021, Super Coppa, F1, Moda, Cinema ed altro.  Tra i suoi asset: creatività per lo sviluppo di campagne Atl-Btl, Graphic e Web Design, Social Media, organizzazione di Eventi, Produzione Audiovisiva come casa cinematografica indipendente e Management Sportivo (ANDY DIAZ, ALESSIA SCORTECHINI, JACOPO LUCHINI).

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Cinema e Diritti Umani: Storie di Resistenza e Speranza

Venerdì 11 ottobre a Santa Maria delle Mole (Marino) presso Biblio Pop in via Goffredo Mameli incontro con il Cinema Iraniano con due registi del calibro di Mehrdad Hasani e Hossein Pirelmi e i loro film. Un’occasione per scoprire come vivono gli artisti in un Paese così importante dell’Oriente.

 

 

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