Premio Letterario “Giuseppe Di Vittorio”: Il Primo Maggio scade il Bando per inviare romanzi e racconti sul lavoro

Per iscriversi c’è tempo fino a mercoledì alle 23:59. Promosso da Iress Lazio, Cgil di Roma e del Lazio e Fondazione Di Vittorio

Scadrà mercoledì 1 maggio 2024, alle ore 23.59, il bando per partecipare alla prima edizione del Premio Letterario Giuseppe Di Vittorio, istituito dall’Iress Lazio, dalla Cgil di Roma e del Lazio e dalla Fondazione Di Vittorio.

“Il Premio, di rilevanza nazionale, mira a sostenere e potenziare, anche in Italia, la letteratura della ‘working class’, ossia le opere – romanzi e racconti – che pongono il mondo del lavoro, nelle sue molteplici sfumature, al centro della narrazione, promuovendo le voci delle autrici e degli autori che si sono distinte nel raccontarlo e incentivando al contempo nuove prospettive narrative”.

“Il concorso si articola in due sezioni: la prima – ‘La Chiave a stella’ – è riservata a romanzi già editi con tema centrale il lavoro in tutte le sue forme, pubblicati tra il primo gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023. La seconda – ‘Voci dal lavoro’ – è dedicata ai racconti inediti sul medesimo tema. Le due giurie, una scientifica, composta da scrittori e critici letterari, e l’altra popolare, decideranno i vincitori, che saranno premiati a fine settembre nel corso di una cerimonia cui parteciperà il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

 PREMIO LETTERARIO 

 GIUSEPPE DI VITTORIO 

Promosso da IRESS Lazio – CGIL Roma e Lazio – Fondazione Giuseppe Di Vittorio 

 BANDO 

 Concorso nazionale per romanzi editi La chiave a stella 

Tema: il lavoro, nelle sue diverse forme, al centro della narrazione. Ambientazione: Italia, ma sono accettati anche luoghi immaginari o non definiti. Genere: tutti (drammatico, giallo, noir, comico e via dicendo). 

Condizioni: saranno accettati i romanzi scritti in italiano, editi fra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023. Gli autori, le autrici e le case editrici potranno proporre la propria candidatura che verrà esaminata da una commissione, escludendo tutto ciò che esula dal tema del Premio. 

 Scadenza del bando: 1°maggio 2024 

Giuria Popolare: sarà costituita da almeno dieci componenti – lavoratrici, lavoratori, delegate e delegati – che leggeranno i libri, selezionati dalla Giuria tecnica, in autonomia per poi eventualmente riunirsi e discuterne. Alla fine la Giuria Popolare sceglierà il libro vincitore del concorso La chiave a stella. Gli altri partecipanti saranno considerati secondi classificati. Sarà accettato l’ex aequo. 

Giuria Scientifica: il compito della Giuria Scientifica (costituita da scrittori e scrittrici, esperti ed esperte, e intellettuali), che costituisce a tutti gli effetti il Comitato Scientifico del Premio, sarà quello di selezionare i libri che saranno sottoposti alla Giuria Popolare; tra queste opere, corrispondenti per qualità e argomento ai criteri del concorso, la Giuria Popolare sceglierà il vincitore. 

La Giuria Scientifica selezionerà a sua volta un libro, che può essere lo stesso premiato dalla Giuria Popolare o un altro, a cui verrà attribuita, per la sua qualità letteraria, la Menzione Speciale Giuria/Comitato Scientifico. 

Premio: verranno acquistate cento copie del libro/i vincitore/i da destinare alle biblioteche delle scuole, dei posti di lavoro, delle carceri. È previsto per il vincitore un premio di 2500 euro. Tutti i libri selezionati saranno adeguatamente promossi. Il libro vincitore godrà di una promozione speciale. 

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Dal 2 al 5 maggio a Roma torna il “Moscerine Film Festival” dove l’inclusione è protagonista. Il festival di cinema per under 12 è alla sua terza edizione

Dal 2 al 5 maggio

a Roma torna il Moscerine Film Festival

dove l’inclusione è protagonista

 Il festival di cinema per under 12 è alla sua terza edizione

 Appuntamento al Nuovo Cinema Aquila, Via L’Aquila 66/74

L’inclusione sarà protagonista nella terza edizione delMoscerine Film Festival”, l’unico Festival di cinema interamente realizzato e dedicato a registi under 12. La terza edizione, presentata in Campidoglio, si terrà dal 2 al 5 maggio al Nuovo Cinema l’Aquila a Roma. “Il Festival quest’anno sarà tradotto nella lingua dei segni, la Lis – spiega la direttrice artistica Nina Baratta – Negli spazi del Festival sarà inoltre dato largo spazio alla comunicazione aumentativa alternativa, che consente una comprensione immediata dei testi a chi ha diversità cognitive. Per noi è molto importante far arrivare il linguaggio cinematografico a tutte le bambine e i bambini”. La kermesse vanta una giuria di prestigio: da Maria Fares, produttrice e presidente della giuria, all’attrice Luciana Littizzetto, dalla vicedirettrice di Rai Kids Maria Mussi Bollini al compositore cinematografico Carlo Siliotto. E poi l’attrice Blu Yoshimi, Nicola Olivetti di Amazon Prime Video, l’attrice Liliana Mele, il giornalista Michele Santoro, la giovane attrice Giulietta Rebeggiani. Accanto a loro ci sarà poi una giuria di eccezione composta dagli ospiti della Casa di Oz, bambini e famiglie che incontrano la malattia, che decreteranno il loro film vincitore. Inoltre tutti i film saranno accessibili anche ai giovani pazienti degli ospedali pediatrici in Italia attraverso la piattaforma “Cinema in ospedale”: anche loro potranno votare la loro opera preferita.

A presentare il Festival quest’anno saranno i giovanissimi Giacomo Peirce, dieci anni, e Sergio Penna, dodici anni, insieme alla madrina del Moscerine l’attrice Margot Sikabonyi: il trio ci accompagnerà attraverso le diverse sezioni della manifestazione. Tra le categorie l’“Under 12” è il cuore del Festival con i cortometraggi a tema libero della durata massima di 15 minuti. Quest’anno, oltre ai classici premi ci sarà quello offerto dalla società Tadàn Produzioni che permetterà al vincitore di produrre il proprio cortometraggio e il Premio Zalab che consentirà di distribuire l’opera vincitrice sulla piattaforma online www.zalabwiev.org. Nella categoria “Focus scuole” saranno proiettati i lavori, di massimo 15 minuti, realizzati dai bambini con professionisti e insegnanti sia all’interno delle scuole che in laboratori didattici, mentre la categoria “A scuola con le Moscerine” sarà dedicata alle classi e ai giovani registi che hanno aderito al percorso di educazione all’immagine dell’associazione culturale. Infine “Young Creator” è la categoria per i video formato cellulare, verticali, con una durata massima di 90 secondi.

Ma il Moscerine Film Festival non è solo un concorso. Sono infatti tante le proposte e le iniziative dedicate ai bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado: il 2 e il 3 maggio parteciperanno circa 600 studenti suddivisi in attività come la masterclass sugli effetti speciali realizzata in collaborazione con EffectUs, il laboratorio di cinema di animazione “Giochiamo con l’immagine” realizzato con Moonchausen, il laboratorio di cinema organizzato da SpinOff, il lab “A scuola di cartoni” in collaborazione con Cartoon School. Non mancheranno le proiezioni di opere non in concorso, come ad esempio il film di animazione “Totò Sapore”, con la presenza del regista Maurizio Forastieri e il corto “Ughetto Forno – il partigiano bambino” di Fabio Vasco, presente in sala insieme ai bambini attori protagonisti, o ancora di cortometraggi legati alle realtà partner come Vision2030, 48H Film Project, As Film Festival, scuola Vivaio di Milano, Premio Atena Nike, Pop Corn Festival del Corto, FRAPPP festival di cinema itinerante, Pigneto Film Festival e Roma Creative Contest, Mujeres nel cinema.

Sabato 4 maggio sarà la volta delle matinée dedicate ai bambini nella fascia 0-3 anni, in collaborazione con Rai Kids. Nel pomeriggio proseguiranno tutte le proiezioni dei film in concorso mentre il gran finale comincerà dalle 19 con lo Yellow Carpet e, a seguire, le premiazioni dei partecipanti. In tutte le giornate del Festival ci sarà la traduzione nella Lingua dei segni, la Lis, grazie ai fondi dell’Otto per mille del Chiesa Valdese e al V Municipio.

Il Moscerine Film Festival dedicherà la domenica 5 maggio a una giornata di festa in cui si susseguiranno attività dedicate ai bambini e ai ragazzi: saranno assegnati i premi dei partner e saranno proiettati in replica tutti i film in concorso per consentire a tutti i partecipanti di vedere il proprio lavoro proiettato sul grande schermo.

La manifestazione è prodotta dall’associazione Moscerine in collaborazione con Tadàn, Cleverage, Siamo in diretta, Smile Vision. 

Ufficio stampa Moscerine Film Festival

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Presentazione del libro “Il partigiano di Vestea” di Roberto Delle Cese. Giovedì 25 Aprile ore 18.00 Libreria Fahrenheit 451 Campo de’ Fiori, 44 Roma Mostra Il partigiano di Vestea

Giovedì 25 Aprile 2024 presentazione del libro Il partigiano di Vestea di Roberto Delle Cese presso la Libreria Fahrenheit 451 Campo de’ Fiori, 44 Roma.

 

Ombre di guerra

Opere grafiche di Beatrice Dell’Orso

         Questa mostra raggruppa alcuni lavori – eseguiti prevalentemente con l’inchiostro nero, carboncino e matita – dall’artista Beatrice Dell’Orso, in una serie dedicata al tema della Resistenza.

        Con grande forza evocativa e una gestualità che ricorda, per incisività e irruenza, certe immagini dell’Espressionismo tedesco, nonché moderni graffiti a stencil, le opere esposte in questa sede restituiscono le atmosfere sospese, i momenti carichi di tesissima attesa che dovettero precedere ogni avanzata da parte dei membri della Resistenza: membri che, come rendono con straordinaria efficacia questi lavori, si organizzavano in gruppi senza alcuna distinzione di età, condizioni sociali o genere. Uomini e donne, adolescenti e bambini si alternano, infatti, in questi segmenti di lotta contro ogni forma di sopruso fascista, in uno spazio reso ancora più pungente dalle ampie campiture lasciate in bianco sulla carta, quasi si volesse suggerire una dimensione spazio-temporale che travalica – e deve necessariamente travalicare sotto il profilo tanto metaforico quanto ideologico – il momento storico a cui si riferiscono, nell’intento di rendere sempre necessaria e presente, tangibile e mai tangente, ogni operazione legata a forme di Resistenza.

          La caratterizzazione dei personaggi in queste opere merita un discorso a parte: sagome nere, bloccate con gesti pronti e concitati, o forme scolpite da una ricca gamma di grigi in dissolvenza, queste composizioni catturano l’energico attivismo dei protagonisti per mezzo di tratti individualizzati al punto di diventare veri e propri ritratti ma, al tempo stesso, abbastanza generici da suggerire un ulteriore valore simbolico alle opere di Beatrice Dell’Orso: quello di rappresentare la lotta condotta dalla Resistenza come un valore universale da tramandare.

          Commovente, a questo proposito, in bilico tra individualizzazione ritrattistica e valenze metaforiche assolute, la rappresentazione del giovane combattente con un fucile in mano. Pronto ad agire con la stessa prontezza di un David michelangiolesco, questa figura viene eseguita attraverso tocchi velocissimi, costruttivi, coerentissimi, capaci di modellare, con sottili variazioni chiaroscurali, le forme distintive del protagonista come in un’incisione di Édouard Manet, mantenendo, tuttavia, la salda concretezza – ed evocando persino il deciso attivismo – di un personaggio di Gustave Courbet.

                                                                                          Ricardo De Mambro Santos

 

 

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“La Sirenetta. O l’abissale solitudine di un’anima androgina” il nuovo lavoro della compagnia Elliot Teatro dal 2 al 4 maggio a Fortezza Est: musica, citazioni e rimandi all’immaginario queer per un racconto sulla libertà di essere se stessi.

LA SIRENETTA

o l’abissale solitudine di un’anima androgina

di Leonardo Bianchi e Gian Maria Labanchi

Performer Leonardo Bianchi, Gian Maria Labanchi, Daniel Mantovani

Drammaturgia Leonardo Bianchi

Drammaturgia del suono Gian Maria Labanchi
light designer 
Erica Galante
Foto locandina 
Luisa Fabriziani
Grafica 
Alessandro Bianchi
Comunicazione 
Giulia Tremolada
co-produzione 
Elliot Teatro e Fortezza Est

FORTEZZA EST  2– 3 – 4 MAGGIO 2024

Binarismo e fluidità rischiano di collidere. Il mondo sarà di eguali, se saranno unici.’

Judith Lorber

Debutta in prima assoluta “La Sirenetta. O l’abissale solitudine di un’anima androgina” nuovo lavoro della compagnia Elliot Teatro che dopo Elizabeth – Una Fiaba Queer torna ad interrogarsi sull‘identità di genere attraverso uno spettacolo che intreccia abilmente parola e musica, un live set ambientato tra il fondo di un mare artificiale e la terraferma, in cui il protagonista si confronta con il pubblico, indagandosi.   

Schemi televisivi, scaletta da concerto, una struttura monologante, musiche, citazioni e rimandi all’immaginario queer: la Sirenetta è un tracciato di esperienze e testimonianze di numerosi ragazzi androgini, sfavoriti per il fatto che la propria anima non sia inserita nel corpo giusto. Il protagonista del racconto, Marcel, rivive a tu per tu con il pubblico gli episodi più esaltanti della sua complessa accettazione, narrando attraverso la parola e le sue canzoni preferite, gli incontri che lo hanno maggiormente temprato come uomo e gli scontri che hanno permesso la fioritura del suo universo femminile. 

Marcel, la sirenetta, è protagonista di una performance musicale che racconta la sua storia e il suo bruciante desiderio di transizione. Un bisogno che attraversa la sua esperienza di bambino e poi di adolescente difficilmente identificabile, caratterizzata da una vibrante esigenza di libertà. Una fuga che ha però un prezzo: l’accettazione del dolore che sempre è legato ad ogni esperienza umana.  Per curarlo dalle sue perversioni, il dottor Tritone assiste il giovane Marcel, un ragazzo che vive stretto nel suo corpo maschile e che immagina un percorso di transizione che possa sprigionare appieno la sua femminilità. Il medico si rifiuta e Marcel è costretto a consultare la strega del mare.

Le nostre società continuano a basarsi sul dualismo uomo-donna. Una struttura che costituisce una barriera sociale per coloro che (transgender, transessuali, di genere non binario,…) desiderano cambiare, mescolare o identificarsi in più espressioni di genere. Nonostante i generi multipli, i pronomi e i bagni neutri, le denominazioni X e altre manifestazioni di degendering stiano diventando comuni, le categorie giuridiche e sociali dell’emancipazione sono ancora modellate sulla struttura binaria.

In un dialogo tra femminile e maschile, incarnando comodamente il neutro, Marcel affronta i temi dell’identità e dell’accettazione attraverso una forma performativa molto simile a un live show di stand-up comedy musicale. Il racconto contiene infatti brani e passaggi della cultura musicale pop contemporanea, italiana e internazionale. Il protagonista vive contemporaneamente un tormento artistico privato. E’ un ragazzo che ha scelto di proteggersi con l’arma della solitudine, riversando in un nuovo personaggio la paura della vita così come quella, speculare, della morte. Entrambe le sue parti restano mosse dal medesimo suono, quello che spinge ogni artista a saziare la stessa fame di infinito.

LA SIRENETTA

o l’abissale solitudine di un’anima androgina

2-3-4- maggio 2024

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 12.00€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com 329.80.279.43

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“1944-2024: Ottant’anni di libertà. Dalla Resistenza romana all’antifascismo oggi”

                                                                        Circolo PD Roma – Acilia – entroterra
In occasione del prossimo 25 aprile, il Circolo PD Acilia – Entroterra ha organizzato un incontro dal titolo: “1944-2024: Ottant’anni di libertà. Dalla Resistenza romana all’antifascismo oggi”.
Nel corso dell’evento approfondiremo la storia della Resistenza romana e il contributodato dal III plotone distaccato  “Acilia” e dai partigiani Lido e Nello Duranti, concludendo poi con una riflessione sull’importanza dell’antifascismo oggi e delle lotte
fatte e da fare per difendere la nostra democrazia.
In un periodo storico-politico in cui la parola “antifascismo” viene censurata, è
fondamentale ricordare che la nostra democrazia e la nostra Costituzione sono nate
grazie alle battaglie delle partigiane e dei partigiani.
Oggi, più che mai, vogliamo ribadire che il 25 Aprile è la Festa di tutte le italiane e di
tutti gli italiani, perché si celebra la vittoria della libertà sull’oppressione nazifascista.
Invitiamo, quindi, tutta la cittadinanza e tutte le realtà associative del territorio a
partecipare e a celebrare insieme la Liberazione di Roma e dell’Italia.
L’appuntamento è per sabato 27 aprile ore 10:00 presso il Circolo PD Acilia-Entroterra
in Via Cosimo Rosselli, 14.
Intervengono:
Federica Fallacara, Segretaria Circolo PD Acilia-Entroterra;
Sergio Gentili, coautore del libro “Roma 1943-1944 L’alba della resistenza”;
Paolo De Zorzi, Associazione ANPPIA Roma;
Claudio Diamanti, Segretario del Circolo ARCI “Lido Duranti Roma X”
Sarà allestita presso il Circolo la mostra fotografica sulla resistenza di Acilia.
Circolo PD Acilia-Entroterra
Email: pd.acilia.entroterra@gmail.com
Via Cosimo Rosselli, 14
00125 – Roma

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Eletta la nuova Direzione Provinciale dei Missionari del Preziosissimo Sangue

Eletta la nuova Direzione Provinciale dei Missionari del Preziosissimo Sangue 

L’ elezione del nuovo Consiglio Provinciale della Provincia Italiana 

Dal 15 al 18 aprile tutti i Missionari del Preziosissimo Sangue, appartenenti alla Provincia Italiana, si sono ritrovati a Roma, presso la Curia Provincializia, per eleggere il nuovo Consiglio Provinciale che sarà in carica per il quadriennio 2024 – 2028.  

Dopo alcuni momenti di preghiera e incontro in tavoli sinodali, invocando lo Spirito Santo e chiedendo l’intercessione del Fondatore, San Gaspare del Bufalo, i Missionari presenti hanno eletto il nuovo Consiglio così formato:  

da sinistra a destra: don Oliviero Magnone, terzo consigliere e Rappresentante Giuridico; don Giovanni Francilia, primo consigliere e Vice Provinciale; don Benedetto Labate, Direttore Provinciale; don Vincenzo Giannuzzi, secondo consigliere e don Emanuele Ruggeri, quarto consigliere e Segretario Provinciale.

Don Benedetto Labate, Direttore Provinciale; 

Don Giovanni Francilia, primo consigliere e Vice Provinciale;  

Don Vincenzo Giannuzzi, secondo consigliere;  

Don Oliviero Magnone, terzo consigliere e Rappresentante Giuridico;  

Don Emanuele Ruggeri, quarto consigliere e Segretario Provinciale. 

 

La Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, fondata da San Gaspare del Bufalo il 15 agosto 1815 presso l’Abbazia di San Felice in Giano Dell’Umbria (PG), si dedica al servizio della Chiesa attraverso l’attività missionaria del ministero della parola, che abbraccia l’impegno di difendere la dignità umana, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. I Missionari del Preziosissimo Sangue prendono parte alla missione apostolica della Chiesa annunciando il mistero di Cristo che ha redento e riconciliato tutti nel suo Sangue, per farli partecipi del Regno di Dio. La devozione al Preziosissimo Sangue è oggi diventata una vera e propria spiritualità che abbraccia tutta la fede e tutta l’esistenza umana. 

La Provincia Italiana dei Missionari del Preziosissimo Sangue si estende, sul territorio italiano, da Rimini fino a Messina, con la presenza di un’Abbazia e Centro di Spiritualità (Giano dell’Umbria); due Santuari (Albano Laziale e Rimini); tre Rettorie (Roma, Sonnino e Putignano) e otto parrocchie (Bologna, Firenze, Roma, Benevento, Bari, Putignano e Messina).  

Inoltre, la Provincia Italiana opera anche a sostegno dell’ospedale “San Gaspare” di Itigi, in Tanzania e della comunità di Mamurras, in Albania.  

 

Roma, 19/04/2024 

 

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Sonorità e/è voce. Il racconto immaginifico di “Chi è Antelope Cobbler?”. Intervista a Marco Cesarini

Sonorità e/è voce. Il racconto immaginifico di Chi è Antelope Cobbler?  

Intervista a Marco Cesarini 

a cura di Luca Carbonara 

Marco Cesarini

Come nasce Marco Cesarini a un tempo musicista, polistrumentista e compositore? 

Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo undici anni, passai anche al basso e mi dedicai a quello per molto tempo. Mi sono sempre sentito un compositore, mia madre mi comprò, quando avevo sedici anni, il QY100 della Yamaha che sostanzialmente era un sequencer con suoni midi che andava anche a batterie – tra l’altro recentemente ho visto un video di BJORK degli anni Novanta che usava lo stesso modello per comporre – all’epoca stavo scoprendo compositori come Morricone e Hermann e anche la passione per il cinema nasceva nello stesso momento,  tiravo giù a orecchio alcune delle loro composizioni, ho iniziato così. Poi nel tempo ho studiato privatamente composizione con Enzo Bocciero e ho frequentato l’Accademia Di Musica Moderna (AMM), mentre militavo in diverse band, frequentando molti generi, il fatto di suonare più strumenti è stato un processo abbastanza naturale, da molto piccolo sono partito dal Grunge, poi sono passato al jazz rock, al jazz più classico, cercavo di tenere in allenamento la testa spaziando su più cose.   

L’immaginazione è la grande protagonista, il deus ex machina, il motore immobile che muove e dà vita alle trame del suo racconto che richiama il respiro di una grande epopea. Quali sono le fonti di ispirazione e gli archetipi di una così fervida fantasia? 

Le motivazioni sono molteplici, credo riguardino più che altro un metodo di lavoro, nel senso che ogni volta che inizio a scrivere un disco, faccio uno studio abbastanza sistematico sull’argomento che voglio trattare, un po’ come se oltre alla musica stessi sviluppando un romanzo o un film, o tutte e due le cose, mi sembra, che più vado avanti e più questa metodologia stia diventando strutturata e razionale, all’inizio era un metodo molto più grezzo e istintivo.  In questo modo le mie fonti di ispirazione diventano molteplici, ed essendo un grande amante del cinema e di conseguenza delle colonne sonore tendo a voler  raccontare attraverso una musica evocativa, quindi mi sforzo di creare delle scenografie armoniche dove far muovere i miei personaggi.  Lo stimolo di una rilettura del Noir viene dalla mia passione per il regista David Lynch, in molta della sua produzione si può notare come lui sia riuscito a rileggere il noir inserendo una sua simbologia, la mia domanda è stata “Puoi fare lo stesso con la musica?”, a quel punto non mi rimaneva altro da fare che provarci.  Mentre compongo, oltre a scrivere musica, riempio quaderni di appunti, suggestioni, pensieri, mi piace creare personaggi e “Henry McLusky” è nato in modo molto naturale, come un funesto demiurgo mentre la musica prendeva forma, a fianco ad essa, senza saperlo, stavo sviluppando anche un racconto. 

Il suono prima ancora della voce, quasi a voler anticipare il sacro incipit di Giovanni, in principio era il verbo, i suoi strumenti sono protagonisti assoluti delle sue partiture musicali che rivelano un’insistita ricerca dell’espressività e si direbbe quasi della personalità dei suoni con la loro timbrica, ritmica e armonia. Perché questa scelta di una musica strumentale? 

Ho scelto di fare musica strumentale perché mi piace la composizione e comporre per determinati strumenti mi affascina molto, non disdegno la voce, ci mancherebbe, anzi mi piacerebbe un giorno poter scrivere anche per lo strumento vocale, diciamo che ancora non credo sia il momento. Quello che mi affascina della musica strumentale in tutte le sue forme, è che puoi in qualche modo seguirne il flusso, ti permette di immaginare oltre che di provare emozioni, non c’è la parola che definisce, che indica la direzione al fruitore, e come se nella musica strumentale per quanto possa essere chiara e definita ci sia un certo spazio di manovra anche per chi ascolta. La composizione, come molte altre forme artistiche secondo il mio punto di vista, si basa su un gioco di equilibri, trovare la melodia giusta, la giusta suddivisione ritmica, i timbri, le dinamiche e via dicendo, sono tutti aspetti che formano la struttura che poi diventerà il brano finito, ed è sempre molto affascinante “speculare” su questa magia.   

Il 12 aprile u.s. è uscito per l’etichetta musicale nusica.org il singolo Cani randagi come anteprima del tuo album Chi è Antelope Cobbler? in uscita il 18 aprile. Ripensando alle ballate e ai paradigmi della visione di maestri come Bob Dylan e Fabrizio de André come alla visionarietà e surrealtà di David Lynch, chi sono i cani randagi e chi è Antelope Cobbler?

Credo un po’ a malincuore che i “Cani randagi” siamo noi, o meglio, io molto probabilmente lo sono, non sto dando a questo titolo un’accezione negativa, la considero più che altro una costatazione. Stiamo vivendo un momento storico veramente complesso, non voglio addentrami troppo in alcuni argomenti che richiederebbero molto tempo, voglio solo dire che è abbastanza evidente che viviamo sempre più isolati l’uno dall’altro, la controcultura è svanita, l’underground forse non del tutto, ma buona parte è stato assorbito dal mainstream, le persone che facevano parte di movimenti alternativi ci sono ancora ma sono divisi tra loro, manca comunicazione ma soprattutto una comunione d’intenti. I Cani randagi sono le persone che sentono di non appartenere più a questi luoghi, che si sentono eterni stranieri, anche nei posti dove dovrebbero sentire “odor di casa”, che sentono di non aver preso veramente parte alla costruzione di questo momento storico. In mezzo a questo ampio bacino di utenza, ci sono anche gli ultimi, gli esclusi. Anche se i diretti interessati non lo sanno, una parte di me scrive per i reietti, sento sempre una certa vicinanza verso chi non riesce a stare dentro alle regole del gioco, che spesso sono spietate e non hanno molto a che fare con la Cultura. Il noir se ci pensi ha sempre preso in considerazione dei contesti socioculturali marginali, gli ambienti più bassi della società, ha avuto il merito di inserire tra i suoi protagonisti degli antieroi in cui molti potevano rispecchiarsi. Nella domanda di prima parlavo di voce e in qualche modo del testo, nella mia musica non ci sono testi cantati quindi l’interpretazione da parte di chi ascolta può raggiungere lo stato più alto, come con la musica, nel titolo cerco di avocare dei concetti, infatti per questo disco abbiamo realizzato una sorta di “Libretto” che attualmente è possibile consultare online nel sito di Nusica.org, i testi scritti da me che raccontano una storia divisa in sei capitoli come le tracce del disco, un compendio narrativo. Inoltre, per questo brano Filippo Biaginati (film maker e documentarista) ha realizzato un videoclip, siamo partiti dal testo per sviluppare una narrazione visiva. Consiglio vivamente la visione del videoclip sul canale Nusica.org, forse in quel connubio di immagini e musica ci sono molti più simboli e archetipi di quelli che sono riuscito ad esprimere ora con le parole. Per quanto riguarda Antelope Cobbler, la sua identità ancora non può essere svelata, nel secondo volume, le carte verranno mostrate. Forse! 

Chi è Antelope Cobbler?, progetto-audiovisivo multiforme e visionario, l’album in uscita il 18 aprile p.v. a cui hanno collaborato nella formazione Uqbar Orchestra: Jean Gambini (sax tenore e contrabbasso), Andrea Angeloni (trombone, tuba e eufonio), Davide Mazzoli (batteria), Giacomo Del Monte (percussioni). Naima Gambini (violino) e Marco Rossi (violoncello), oltre ad essere un’opera polisemantica è anche un’opera polisemica essendo impreziosito dalle illustrazioni dell’artista Aliena Wrobleski, alias Margherita Baldelli. Come è nata l’idea di questa sinergia e di questo mutuo dialogo tanto fertile e ricco? 

Sicuramente alla base c’è un interesse comune nei confronti della musica originale e della commistione tra diverse forme artistiche, inoltre credo che in provincia molti musicisti abbiano bisogno di persone che provino a costruire una musica che coinvolga anche altri, questo ovviamente non basta, ci vogliono anche le strutture per fare in modo che il lavoro abbia un suo riscontro con il pubblico. I nomi che hai elencato sono tutti musicisti con cui ormai collaboro da un po’, ci siamo semplicemente trovati, non serve dire che un compositore senza qualcuno che in qualche modo appoggia la sua idea non andrebbe da nessuna parte, nel mio caso ho incontrato musicisti molto professionali e preparati, non poteva andarmi meglio, se poi aggiungiamo che nella musica che ho scritto c’è uno spazio rilevante dedicato all’improvvisazione avere dei musicisti così è fondamentale. Per quanto riguarda le altre discipline, da sempre cerco di lavorare con altri, la mia compagna è un’artista visuale e pittrice, con lei collaboro da tanto, sarebbe strano il contrario, invece Filippo Biagianti è un regista molto bravo, abbiamo sviluppato diversi progetti insieme, quello che stiamo facendo ora è la conseguenza naturale di quello che c’è stato prima.  Davide Mazzoli il titolare del “ClaySound Studio” è un caro amico e con lui ho veramente condiviso molti palchi e molte band, in questo caso ha anche coprodotto il disco e oltre ad essere un batterista formidabile è anche un fonico molto preparato.   

Marco Cesarini & Henry Mclusky, nome del tuo stesso eteronimo, a sottolineare la tua verve immaginativa e creativa, sembrano cercare attraverso la musica la verità dell’invisibile, l’ascolto dell’inudibile e dell’indicibile, la plausibilità dell’irrealtà come l’inconsistenza e la vacuità del “reale”. Si può sintetizzare in questo l’essenza del tuo percorso e della ricerca a un tempo musicale ed esistenziale? 

Si credo che quello che hai scritto sia perfettamente in sintonia. Per me la cosa fondamentale è riuscire a creare un mio mondo fatto di simboli e suoni, ma non un mondo chiuso, qualcosa che sia plastico come quello che è successo per questo lavoro, che lasci la possibilità al mutamento, non deve essere granitico. 

 Quali sono i tuoi programmi futuri? 

 Il futuro è molto incerto per chi fa questo tipo di ricerca, almeno in Italia è così, ancora di più in provincia, diciamo che sono molto contento di essere arrivato fino a qui e di aver incontrato sul mio cammino Nusica.org, la loro professionalità è arrivata al momento giusto. Di certo in questo momento ci sono alcune date in alcuni festival jazz e non solo, inoltre il secondo volume che sarebbe il continuo di Chi è Antelope Cobbler? è già pronto, manca solo il missaggio, diciamo che ci siamo portati avanti con il lavoro. Sicuramente nelle mie intenzioni c’è la voglia di continuare a comporre e continuare a condividere la musica con altre persone, soprattutto con altre discipline artistiche, in passato mi è capitato di lavorare con il teatro e ho sonorizzato alcuni documentari, mi sto muovendo e spero di riuscire a fare più esperienze nel campo delle sonorizzazioni per il cinema e per il teatro.  

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Sinistra Italiana Municipio XIII: il Parco Piccolomini non si tocca!

Dopo anni di lotte promosse dal Comitato Parco Piccolomini, per impedire alla speculazione privata di appropriarsi di questa area verde, alle quali Sinistra Italiana ha sempre dato il suo contributo, ci risiamo!
Il Parco Piccolomini resta un luogo ambito grazie alla sua posizione strategica.
Ora si vuole costruire un vertiporto, da dove decollerebbero e atterrerebbero, verticalmente, taxi volanti (una specie di grandi droni) da e per l’aeroporto di Fiumicino.
Eppure il Parco ha una serie di vincoli prescrittivi, riportati anche nel Bando della Fondazione Piccolomini, un’ASP Regionale, che gestisce l’area:
– Il Piano Regolatore individua l’area come Villa Storica (C2), per cui sono vietate costruzioni e cambi d’uso e la inserisce nella componente primaria della Rete Ecologica, sottolineando così il grande valore ambientale di corridoio ecologico che la lega con la vicina Villa Doria Pamphily.
– Il complesso è inoltre destinato esclusivamente a “Verde Pubblico” ai sensi dell’art. 85 delle norme di piano regolatore, con le limitazioni imposte dell’art 72, comma 8, lettera c).
– Ai sensi del D.Lg. 42/2004 l’area è sottoposta a Vincolo Paesaggistico e anche in questo caso è vietata qualsiasi alterazione dello stato attuale del parco.
I droni impiegati sono destinati a trasportare persone e merci, ma tenendo conto che la loro tecnologia è ancora sperimentale e non ci sono precedenti di corridoi aerei adibiti a questo scopo, si ravvisa la preoccupazione in termini di sicurezza, in quanto l’area verde interessata è circondata da un tessuto ampiamente urbanizzato.
Comunque i progetti che interessano altre città hanno come terminali degli snodi di mobilità importanti, come stazioni ferroviarie o di metropolitane e aeroporti, mentre in questo caso il terminale non è collegato a vie di comunicazione, si dovrà quindi pensare a un sistema di navette che percorreranno il parco avanti e indietro.
Bisogna considerare anche che gran parte della città di Roma è classificata come “no fly zone” e in particolare la futura rotta dei droni sorvolerebbe siti sensibili quali il Vaticano, la residenza dell’ambasciata della Federazione russa e alcuni edifici del Ministero degli Interni. Per la sicurezza dei cosiddetti taxi volanti, secondo il progetto presentato, saranno installati dei dissuasori sonori per impedire l’impatto del drone con i volatili, il cosiddetto Bird-strike. Questi sistemi di dissuasione hanno un effetto irreversibile che allontanerebbe la fauna aerea per sempre anche nelle zone verdi circostanti.
È ovvio che le infrastrutture connesse al vertiporto, si stima oltre 400 metri di cubatura (recinzioni, check-in e check-out dei passeggeri, locali tecnici e altro), sono di indubbio impatto ambientale in contraddizione a tutte le norme citate.
Inoltre vanno considerati i mezzi per trasportare i passeggeri e la strada che verrà aperta al posto dell’attuale Vicolo del Gelsomino, un sentiero storico ad uso silvo-pastorale che conserva ancora l’antica pavimentazione.
Viene avanzato il tema della temporaneità del progetto, ma le modifiche che verranno apportate sono comunque irreversibili, sia per la trasformazione del paesaggio, oggi protetto, sia per l’allontanamento della fauna terrestre e volatile.
Riteniamo che non è possibile derogare a nessun tipo di vincolo dettato dalle Norme esistenti e che gli Uffici comunali preposti non possono approvare il progetto di un vertiporto nel Parco Piccolomini, anche alla luce di alcuni pareri emersi nella Conferenza dei servizi indetta dal Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale.
Il vertiporto non è un progetto di pubblica utilità e non sarà utile al territorio. Dalle notizie fornite dalla società che gestirà la “prestazione” è previsto un solo viaggiatore a volo, con evidenti tariffe molto alte, e quindi qual è la pubblica utilità di un servizio riservato a pochi?
Non si può neanche barattare un parere ad un’opera inutile con promesse di opere di compensazione, come quelle della creazione di parchi con sentieri per trekking urbano, piste ciclabili o altre belle promesse.
Auspichiamo invece che il Parco Piccolomini diventi definitivamente un’area verde del patrimonio pubblico di Roma Capitale e fruibile dai cittadini del quartiere, gestita direttamente dal Municipio e dalle associazioni che operano in questa importante ricchezza naturale.

CIRCOLO SINISTRA ITALIANA
XIII MUNICIPIO

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Fiera del Libro Argonautilus di Iglesias – IX Edizione

Il concetto di attenzione sarà il filo rosso della Nona Edizione della Fiera del Libro di Iglesias, da lunedì 22 a giovedì 25 aprile, un progetto dal respiro internazionale che parte dalla volontà di rivalutare culturalmente il territorio sardo. In quasi un decennio lo staff di Argonautilus ha ampliato il festival attraverso collaborazioni e partnership con le Librerie Italiane a Barcellona, Parigi e Lisbona, con il Salone Internazionale del Libro di Torino, nonché con partner storici come la Fondazione di Sardegna, la Regione, i Comuni di Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Quartu Sant’Elena, l’Arma dei Carabinieri, il Cepell – Centro per il Libro e la Lettura del Mic, la Fondazione “Cammino Minerario” di Santa Barbara, il Premio “Morrione” per il giornalismo investigativo.

«Ormai conosciuto è il cosiddetto “effetto fiera” – esordisce il direttore artistico Maurizio Cristella – e cioè la capacità intrinseca della nostra manifestazione di fungere da catalizzatore nella creazione di connessioni e sinergie che perdurino nel tempo e nello spazio, generando impatti successivi e imprevedibili. Il tema di quest’anno è comune a tutta la Rete Pym e rappresenta una sfida, una provocazione, un auspicio per attraversare il contemporaneo».

Una Fiera per tutti

L’attenzione è un processo cognitivo da allenare affinché si impari a selezionare i tanti stimoli che arrivano in ogni momento, ma soprattutto a ignorarne altri.

La scrittrice Eleonora Carta

«Perseverare a parlare di libri, di storia, di geopolitica e di attualità significa per noi insistere sull’attenzione alla cultura, alla società, al territorio e alle nostre radici – aggiunge la scrittrice Eleonora Carta – Un’attenzione che nasce per essere reciproca, che mette in relazione e in dialogo ambienti e civiltà diverse, che crea ponti di narrazioni, che rianima il silenzio lasciato dal lungo periodo del Covid. La letteratura, l’arte in generale è ciò che rimane dopo ogni catastrofe, dopo ogni paura collettiva, dopo la malattia e, proprio attraverso la malattia della società, si fa storia di un popolo. Nonostante i conflitti mondiali in corso, proprio l’arte continua a essere una fondamentale funzione dell’umanità che proprio nello spazio neutro e vitalistico dell’espressione artistica si riappropria della sua indivisibilità».

La Fiera di Iglesias dall’alto

Attenzione agli ospiti

Il programma della Fiera si snoda nel corso di quattro giorni, dalle colazioni d’autore fino a sera. In cartellone si alternano  presentazioni, masterclass di formazione gratuita, laboratori di lettura per gli alunni di ogni ordine e grado e tavoli tematici. Grande spazio avrà la dimensione fieristica, con la partecipazione di editori partner della media e piccola editoria indipendente. Tra gli ospiti più autorevoli in programma, risaltano Michela Marzano, Carmen Lasorella, Antonio Manzini, Piergiorgio Pulixi, Stefano Lamorgese, Lucio Luca, Riccardo Cavallero, Rocco Pinto, i rappresentanti della Rete Pym, Alosha il danzastorie di Sicilia, le libraie delle Librerie Italiane di Barcellona, Parigi, Lisbona Cecilia Ricciarelli, Flores Raut, Sara Cappai; i rappresentanti Biblioteche Civiche Torinesi con Alessio Pavarallo; i rappresentanti del collettivo Sicilia Niura con Rosario Russo; Massimo Battista, Giorgio Lupo, Letizia Vicidomini, Ciro Auriemma, Livio Milanesio, Susanna Trossero, Matteo Giusti, Andrea Maggi e Annamaria Petolicchio da Il Collegio.

Un momento della Fiera

Letteratura e magia

Per concludere, il 25 aprile la Fiera del Libro di Iglesias celebrerà l’universo letterario di Harry Potter con una giornata eccezionale. Allestimento di scenografie spettacolari nel centro cittadino, una riproduzione di Diagon Alley, giochi di magia, laboratori di pozioni, la cerimonia di smistamento, l’assegnazione del patronus, sfilate di animali fantastici e di figuranti travestiti da personaggi della celebre saga.

Tra le attività previste, la partecipazione del più grande collezionista di libri di Harry Potter, Massimo Battista, che arricchirà l’occasione con letture direttamente dai romanzi e condividerà la sua passione per la magia del mondo creato da J.K. Rowling. Il gran finale sarà curato dal Circolo Musicale Verdi con un concerto dedicato alla celebre colonna sonora dei film del mago più famoso della letteratura.

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Renzo Pavese, Maestro di Vita e di Cultura. Indimenticabile testimone dei nostri tempi

Renzo Pavese, Maestro di Vita e di Cultura, riferimento costante per diverse generazioni di studenti e non solo, uomo di grande ingegno, di profonda umanità, animato da un’inesauribile curiosità e altrettanta voglia di vivere, conoscere e sapere, viaggiatore della mente e dello spirito, esperto conoscitore di lingue e di culture, in particolare delle lingue nordiche, per le quali curava gli aggiornamenti della UTET, ha sempre cercato e incentivato l’incontro e il confronto tra lingue e culture diverse costruendo indefessamente ponti e animando dialoghi rimasti ininterrotti nel tempo. Amante della Cultura, in particolare della Poesia, e dell’Arte è stato per me mentore, costante faro e riferimento, umano e culturale. E’ stato tra i più importanti e autorevoli sostenitori della nascita del periodico di informazione culturale “Cultura e dintorni” prima e dell’omonima casa editrice poi. Lo ricordiamo con grande affetto e con rimpianto riproponendo la mia intervista a lui pubblicata sul Numero 21/22 del nostro periodico, un numero monografico dedicato alla traduzione. Grazie Renzo…

Luca Carbonara

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