La perla è la malattia della conchiglia

Alessandra Giovannoni – Arcangelo – Claudio Palmieri – Giancarla Frare – Pierluigi Isola – Salvatore Pulvirenti – Vincenzo Scolamiero

Non molti sanno che le perle non sono il prodotto di un processo fisiologico ma di un evento patologico che interessa l’ostrica quando in essa si introduce un granello di sabbia o un parassita. Se questo accade, le cellule della madreperla, per proteggere il corpo indifeso del mollusco, ricoprono l’intruso con strati multipli di materia perlacea; lo incapsulano, quindi, generando una perla che appare come l’esito di un processo di isolamento dell’agente esterno e di levigata cicatrizzazione della “ferita” prodotta da esso.

Risulta chiaro pertanto che la perla mai vedrebbe la luce in una condizione di ermetica impermeabilità della conchiglia rispetto agli agenti esterni, rispetto agli “intrusi”. Detto altrimenti: la sua vulnerabilità è la precondizione necessaria e indispensabile per la genesi della perla stessa. La traduzione metaforica di questo fenomeno è di abbagliante evidenza: la fragilità, a determinate condizioni, è alla base del prodursi di fenomeni di straordinaria importanza per la vita dei singoli e delle collettività. Essa non solo non va considerata unicamente un vincolo ma ha a che vedere con il dipanarsi della storia di ciascuno di noi. E’ la matrice stessa dei nostri successi personali e collettivi. Lo è, particolarmente, in arte.

Non per caso Karl Jaspers, profondo conoscitore dei rapporti tra fragilità psichica e creatività umana, era solito dire: “Lo spirito creativo dell’artista (…) può essere rappresentato come la perla che nasce dalla malattia della conchiglia”. Una folgorante intuizione che mette a tacere tutti i teorici dell’indefinibilità assoluta dell’origine dell’ arte, riconoscendo nella fragilità il motore primo di ogni evento umano significativo. Del resto già Aristotele aveva riconosciuto nella fragilità, di cui il suo thauma è compiuta espressione, l’origine della filosofia.

Questo, spericolatamente condensato, è il nucleo delle riflessioni che mi appassionano da molti anni e che mi ha condotto all’idea della mostra che oggi presentiamo in questa galleria. Oggi Kou, metaforicamente, assume le sembianze di una conchiglia che – per una volta – ospita ben sette perle: le coppie di lavori presentate da ciascuno degli artisti che ho deciso di coinvolgere e che ringrazio. Ciascuno di essi ha realizzato appositamente un’opera poeticamente ispirata al tema della conchiglia e della perla e ha selezionato una seconda opera che ha a che vedere con l’idea di fragilità, di instabilità, di precarietà.

Non c’era nel progetto originario di questa mostra alcuna intenzione di dare rappresentazione figurativa, di “riprodurre”, per così dire, gli elementi individuati nel suo titolo. Anche se non si può negare il fascino che da essi promana. La conchiglia, il mare, la perla, i riferimenti impliciti alla bellezza femminile che le perle incorniciano: un repertorio neoromantico che intrattiene un indubbio richiamo estetico-sentimentale. Ma non è questo che si intende valorizzare. E’, piuttosto, la volontà di continuare a indagare con la pittura una materia finora esplorata con il ragionamento. Una pittura che non rappresenta la realtà ma la penetra e la conosce dal di dentro: ne porta allo scoperto l’essenza, come l’arte migliore sa fare.

E’ a questo angolo visuale che si sono ispirati i criteri utilizzati nella scelta degli artisti che partecipano a questa mostra. Ciascuno, a suo modo, interessato a proporre un proprio punto di vista sul mondo e non solo sulla pittura. Questi “Magnifici sette” sono: Arcangelo, Giancarla Frare, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Claudio Palmieri, Salvatore Pulvirenti, Vincenzo Scolamiero.  Autori nel pieno della propria maturità, con lunghe e diversamente prestigiose storie alle spalle, che condividono una comune sensibilità per il tema della fragilità.

Arcangelo che mi è capitato ultimamente di definire “pittore ulissico” per la sua irriducibile (magnifica) capacità non solo di scoprire ma di inventare mondi visionari e di proporli con sfrontata e seducente efficacia.

Giancarla Frare, artista di multiforme capacità espressiva, le cui ombre parlano di una capacità rara di interloquire con la dimensione spazio/tempo e che, in questa circostanza, più di altre, si è “aperta al colore”.

Alessandra Giovannoni, invece, maestra di una figurazione rapida, vibrante e antigraziosa piena di luce e di amore per i luoghi (Roma in particolare) e per chi li abita. Vigile e generosa interprete delle trepidazioni umane.

Pierluigi Isola, poderoso artefice di una figurazione colta che falsifica tutti i frettolosi e interessati detrattori del mestiere del pittore. Con raffinatezza tutta italiana lui, magistralmente, “procede a prescindere”.

Claudio Palmieri, esploratore indomito di tutte le tecniche, i materiali e i linguaggi dell’arte. Poliglotta e sperimentatore inesauribile. Capace di inventare “tutto” e di mantenersi classico “sempre”.

Salvatore Pulvirenti, la sua è una visione “altra”, debitrice di una cultura orientale avversa a tutto ciò che è inutile; interessata alla ricerca di un’innocenza primordiale, carica di poesia e di senso.

Vincenzo Scolamiero, gentile ed eroico nella ricerca di un equilibrio fra caos e cosmos. Nella sua pittura, aperta alla musica e alla poesia,  l’ “inchiesta” sulle piccole e le grandi cose della vita dischiude scenari sorprendenti.

                                                                                 Roberto Gramiccia

Alessandra Giovannoni, “Ostrica con perla”

 

 

 

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Mediterraneo tradito e offeso.. La necessaria ed epifanica mostra di Giuseppe Modica

Mediterraneo tradito e offeso 

La necessaria ed epifanica mostra di Giuseppe Modica 

a cura di Luca Carbonara 

 

“Melanconia e Mediterraneo” (visione circolare), 2017, olio su tavola cm 160×120

“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” il celebre epitaffio di Kant, l’imperativo categorico della percezione di un’incrollabile tensione morale è il primo richiamo cui rimanda il senso di una doppia perdita, dell’infinitudine e dell’innocenza di cui è intriso il sentire poetico che, in nuce, è alla base della visione pittorica di Giuseppe Modica, noto e raffinato pittore di origini siciliane, già titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma e Direttore del dipartimento arti visive, cui è dedicata la mostra Giuseppe Modica. Rotte mediterranee e visione circolare presso la Casa Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, in via Pasquale Stanislao Mancini 20 dal 23 aprile al 15 settembre 2024. Una tensione etica che prorompe dallo sguardo pieno di poesia del pittore che si affaccia sul “suo” mare, il suo alter ego con cui instaura un fitto dialogo ricco com’è di miti, di storie, di leggende, divinità esso stesso, quel Poseidone, che per i Greci non era solo il dio del mare, il Nettuno, temuto e adorato dai Romani, ma dove non gli è certo “dolce il naufragar”. Un mare che proprio nella sua liquidità, nella sua impermanenza e nella sua eterna antica bellezza diviene metafora di una condizione, della Vita come della Morte. E sul Mediterraneo, come ancestrale paradigma di una visione e di un atavico sentire, Giuseppe Modica ha focalizzato e incentrato la sua attenzione e la sua ricerca. Uno sguardo che non può (più)essere contemplativo. Quella fluidità transeunte dell’essenza dell’essere e della sua condizione, quella misteriosa e insieme oscura vastità e profondità di un’entità che, culla di civiltà e specchio ustorio di luminosità e sacrale bellezza, mare di Ulisse, di Dante, meta dell’oltre e dell’altrove, è divenuto un muto sepolcro, un plumbeo cimitero senza croci e senza nomi. Solo lo sguardo di un artista, che è sempre la declinazione dell’immortale voce di un poeta, come Giuseppe Modica poteva sintetizzare in modo così efficace e mirabile quei pigmenti per realizzare quel suo blu, si potrebbe dire quel “blu Modica”, quello stesso del pianeta blu, della Madre Terra, per dipingere il (suo) mare. Rappresentazioni, le sue opere, veridiche, che non celebrano ma denunciano come solo un artista può e deve fare nell’ottica di un’arte che non può non essere militante. Invitando a riflettere e scuotendo le coscienze. Un mare calmo quello ritratto da Modica come a voler simboleggiare l’ignavia, l’indifferenza di un intero continente che si affaccia su quel mare che pure gli ha donato la vita. E opere pittoriche che da “Sguardo a distanza” a “Rifrazione” a “Oltre l’orizzonte” a “Fiat Pax” a “Melanconia e Mediterraneo (visione circolare)” a “Luce e buio” offrono la declinazione di quella che diventa una originalissima visione che, muovendo dalla lezione dei grandi pittori del Cinquecento e del Seicento, da un lato tocca le coscienze con gli innumerevoli simboli (i numeri incisi sui mattoni di un muro con più in alto sullo sfondo il mare; il mare solcato da navi che non sono certo di quelle pacifiche che hanno alberi o vele; i teschi di vittime senza nome; il mare che costretto tra due alti palazzi ha rispetto a questi la linea dell’orizzonte più bassa; l’orizzonte stesso più volte ritratto abitato da altre terre ed entità lontane), dall’altro si sviluppa sulla linea dello spaziotempo in una visione che diventa circolare. Ed è questa la cifra stilistica, il valore aggiunto dell’arte e del contesto prospettico di Giuseppe Modica: la struttura quadridimensionale dell’universo. Il mare che diventa artefice della curvatura dello spaziotempo. Una pittura, quella di Giuseppe Modica, che contestualizza dunque una visione che, racconto, denuncia e indignazione è insieme pittorica e filmica svolgendosi su lunghi piani sequenza essendo questa stessa pittura essenza e sintesi di geometrie, prospettive, campi e controcampi. I migranti, che con le loro drammatiche storie e i loro immani dolori rappresentano le memorie perdute e la cattiva coscienza dell’umanità, sono gli invisibili artefici di quelle rotte disegnate dalla speranza in un destino diverso. Nella luce tenue e diafana dei quadri di Giuseppe Modica, nelle sue velate trasparenze, nell’insistita sovrapposizione dei riquadri, nei suoi spiragli e negli anfratti palpitano indomiti i loro cuori. Mare Mediterraneo che “blu Modica” e senza colpa resta e respira ancora.

Sguardo a distanza (transito di navi), 2023, acrilico su tela, polittico cm 150×150

“Rifrazione”. Atelier, 2020, olio su tela, cm 150×110

 

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Basquiat, Haring, Banksy. The international and mysterious world of Street Art

Fino al primo di settembre al centro culturale Bafile di Caorle, nel Veneziano, è aperta la mostra evento con settanta opere provenienti da Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Matteo Vanzan, direttore artistico: “Dalla nascita del graffitismo nella New York di fine anni Sessanta fino ai nuovi protagonisti. Raccontiamo una sottocultura indomabile e affascinante, ancora avvolta nel mistero”.

L’Amministrazione Comunale di Caorle, in collaborazione con l’agenzia MV Arte di Vicenza, presenta la mostra “Basquiat, Haring, Banksy: the international and mysterious world of Street Art” che si terrà presso il Centro Culturale A. Bafile dal 10 maggio al primo di settembre 2024.

La mostra, curata da Matteo Vanzan, racconterà l’evoluzione di un linguaggio che, come un fiume carsico, appare e scompare lasciando tracce inequivocabili del suo passaggio sui muri di tutto il mondo.

Protagonisti del percorso espositivo saranno le opere di coloro che, dagli anni ’70 ad oggi, sono considerati tra i principali portavoce di un’espressione internazionale che ha unito intere generazioni: Banksy, Jean-Michel Basquiat, Delta 2 e Arte di Frontiera, D*Face, Dolk, Stelios Faitakis, John Fekner, KayOne, Keith Haring, Logan Hicks, JR, Mike Giant, Mr. Brainwash, Nasty, Obey, Seen, Slog 175, Sten e Lex, Swoon, Taki 183, Vhils, Mr. Wany e molti altri ancora.

Oltre settanta le opere presentate provenienti da Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti in un’alternanza di lavori su tela, legno, carta, serigrafie firmate, poster, memorabilia oltre ad una selezione di disegni preparatori forniti direttamente dagli artisti selezionati dopo oltre due anni di ricerca e concessi in via esclusiva al Comune di Caorle (Ve) con l’obiettivo di indagare la Street Art dalla sua nascita fino ai giorni nostri comprendendone le evoluzioni ed i significati.

“Caorle si conferma meta turistica a forte vocazione culturale” commenta il Sindaco di Caorle, Marco Sarto “Anche nel 2024, la Città si è dedicata con particolare impegno a valorizzare la propria già ricca proposta culturale con manifestazioni ed eventi di assoluta rilevanza. Il 10 maggio inaugureremo la mostra “Basquiat / Haring / che, fino all’inizio di settembre, renderà il nostro centro culturale “Bafile” un punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea. Caorle è cultura e si è dimostrata ancora una volta capace di coniugare il suo passato millenario con ciò che di più interessante offre la modernità”.

“È un vero onore per Caorle poter ospitare le opere di artisti così prestigiosi. Basquiat e Haring sono i capostipiti della Street art, i primi ad aver portato questo movimento dalle strade ai musei. Banksy è il più celebre artista contemporaneo, celebrato in tutto il mondo” continua il Vicesindaco di Caorle e Assessore alla Cultura, Luca Antelmo “Quest’anno la Street Art è il filo conduttore della proposta culturale della Città di Caorle, una proposta ricca, accattivante e assolutamente trasversale. Una proposta che valorizza Caorle e che la rende un’eccellenza nel panorama della località balneari italiane. Voglio ringraziare MV Arte per aver curato l’organizzazione di una mostra così prestigiosa, la Consigliera Comunale delegata alla cultura Elisa Canta e gli Uffici Comunali per il prezioso lavoro svolto dietro le quinte”.

“La mostra” spiega Matteo Vanzan, direttore artistico di MV Arte e curatore dell’esposizione “è strutturata per essere un’indagine scientifica, oltre che artistica, sul fenomeno generazionale della Street Art, partendo dalla nascita del graffitismo nella New York di fine anni Sessanta per arrivare fino ai nuovi protagonisti contemporanei. Vogliamo porre al visitatore una serie di interrogativi che parlano di una sottocultura indomabile, affascinante, misteriosa e per molti versi ancora avvolta nel mistero che, all’improvviso, emerse dall’underground per riversarsi nei canali mainstream grazie ad alcuni protagonisti: Basquiat, Haring e Banksy. Questi artisti rappresentano solamente la punta di un iceberg ben più profondo: un mondo fatto di attitudine, regole non scritte e codici interni svolti in non luoghi come le metropolitane o i muri del mondo per un’arte senza confini che si estende in ogni angolo del pianeta e che raccoglie le voci di un’umanità in continua urgenza espressiva”.

Con contenuti sempre nuovi e forme in continua mutazione, la Street Art è affascinante e sexy, alternativa e, allo stesso tempo, mainstream diventando, dagli anni Ottanta, linguaggio istituzionalizzato proprio grazie ad un sistema dell’arte che tutto fagocita. Le più rinomate gallerie newyorkesi iniziarono ad interessarsi a quelli che, ancora, non erano considerati artisti, ma che ben presto, e grazie ai sistemi di promozione culturale, divennero a tutti gli effetti delle vere e proprie leggende, in primis Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Oggi Banksy rappresenta una vicenda le cui origini iniziano nelle metropolitane degli Stati Uniti verso la prima metà degli anni Sessanta per espandersi sempre di più nei pieni Settanta. Fu grazie alle contestazioni studentesche e sociali del ’68 che si sancì la nascita di quella controcultura sintomo del rinnovamento di stili, linguaggi e forme espressive che, dal Post-Minimalismo, condusse alla nascita della Street Art. Quello scolpito sui muri è un messaggio necessario per esprimere il proprio dissenso, per riappropriarsi di spazi la cui genuinità non deve sopportare i vincoli dei circuiti ufficiali. Ecco nascere, in tutto il mondo, un coro che, parlando direttamente al pubblico, riporta l’arte ad una nuova dimensione

“Credo che la Street Art” conclude Vanzan “abbia rinunciato al suo status di entità alternativa contro il mainstream nel momento stesso in cui Taki 183, il writer che diede inizio a tutto, venne “promosso” con l’articolo TAKI 183 Spawns Pen Pals, apparso sul New York Times nel 1971. Grazie a quell’articolo venne considerato il padre dei graffiti contemporanei e la sua leggenda si è estesa a dismisura. Tutto questo interessamento mediatico verso un fenomeno sovversivo e di istanza polemico-sociale fu solamente la miccia che fece esplodere l’attenzione verso quello che viene ancor oggi considerato un luogo della notte dell’invisibilità. Questo luogo si manifesta in altrettanti non-luoghi: le metropolitane, i sottopassi, i cavalcavia, ma soprattutto su muri bianchi che diventano il campo per una battaglia disputa a suon di marker, colori acrilici e bombolette spray. Quello rappresentato in questa esposizione è dunque questo luogo del mistero, consapevoli che non c’è più tempo per definizioni o accademismi, ma che la Street Art è oggi linguaggio universale della nostra società”.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 10 maggio al 1 settembre 2024 con i seguenti orari: dal 10 a 31 maggio aperto dal lunedì al giovedì 15.00 – 19.00 e dal venerdì alla domenica 15.00 – 22.00. Dal 1 giugno al 1 settembre aperto dal lunedì alla domenica 10.00 – 13.00 e 19.00 – 22.00.

INFORMAZIONI

10 MAGGIO – 01 SETTEMBRE 2024

Centro Culturale Bafile

Rio Terrà delle Botteghe, 3 – Caorle (VE)

ORARI

Dal 10 a 31 maggio: aperto dal lunedì al giovedì 15.00 – 19.00 e dal venerdì alla domenica 15.00 – 22.00

Dal 1 giugno al 1 settembre: aperto dal lunedì alla domenica 10.00 – 13.00 e 19.00 – 22.00

BIGLIETTI

Intero: 10 €

Residenti: 6 €

Ridotto: 5 € (over 65, insegnanti, gruppi di minimo dieci persone, studenti universitari) Gratuito: under 18, portatori di handicap e loro accompagnatori, giornalisti con regolare tesserino

MAGGIORI INFORMAZIONI

Tel. 0421-81085

Email. info@caorle.eu

WWW.MVARTE.IT

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Importante anticipazione da nusica.org. “Two and the Machine” il nuovo album di Michele Tedesco e Gian Ranieri Bertoncini, in uscita il 18 maggio 2024, è anticipato dall’uscita del singolo “Plastic Noodles” disponibile dal 10 maggio su nusica.org.

Un’importante nuova anticipazione musicale 

Michele Tedesco

 

Nusica.org, etichetta musicale e associazione culturale particolarmente attenta e attiva nella ricerca e nella valorizzazione dei nuovi artisti che si evidenziano per il carattere innovativo del loro talento, giunge alla sua ventinovesima produzione con l’uscita, prevista per il 18 maggio pv. , del nuovo album di Michele Tedesco e Gian Ranieri Bertoncini Two and the machine.  Il nuovo album è anticipato dall’uscita, prevista per il 10 maggio su nusica.org, del singolo Plastic Noodles, brano che, già nel titolo, in modo graffiante e significativo, oltre che evocativo, come fosse una sineddoche, una parte per il tutto, si fa portavoce per eccellenza, riuscendo a essere, a un tempo, simbolo e manifesto di un percorso e di una condizione, quella dis-umana del nostro tempo, in cui tutto è divenuto sintetico e artificiale e in cui l’uomo rischia irrimediabilmente di naufragare. C’è una terza protagonista oltre ai due artisti: la musica cui viene affidato in toto l’arduo compito di narrare e documentare, ricordare e raccomandare, rivelare e denunciare. Michele Tedesco e Gian Ranieri Bertoncini “sanno” quello che la musica può arrivare a “dire” e si affidano alla musica strumentale la sola in grado di rivelare appieno ciò che le parole non riescono a dire. Sono gli strumenti le voci con le loro sonorità, che sembrano rinascere, le loro improvvisazioni imbevute di jazz, le percussioni, le trame elettroniche, le più autentiche rivelatrici degli archetipi dimenticati e sepolti della nostra anima. Un brano da ascoltare e riascoltare ricco com’è di richiami e di rimandi ai prodigi e ai misteri della natura tanto bella quanto fragile legato com’è il suo destino all’insania dell’uomo.

Luca Carbonara

 

Two and the Machine

                                                       

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Chiude la stagione di Fortezza Est con “Contratto. Dialogo per un rapporto di coppia” spettacolo della compagnia Poveri Comuni Mortali in prima assoluta dal 16 al 18 maggio.

POVERI COMUNI MORTALI

presenta

CONTRATTO

dialogo per un rapporto di coppia

di Alice Bertini

Regia Federico Gatti, Eduardo Rinaldi

Con Alice Bertini, Mattia Lauro

Disegno luci Marco D’Amelio

Organizzazione Valeria Iovino

Co-produzione Poveri Comuni Mortali e Fortezza Est

                                               FORTEZZA EST 16– 17 – 18 MAGGIO 2024

Debutta in prima assoluta a Fortezza Est dal 16 al 18 maggio “Contratto. Dialogo per un rapporto di coppia” nuovo lavoro della compagnia Poveri Comuni Mortali che dopo aver affrontato con i precedenti spettacoli (“Tortellini” e “Due Schiaccianoci” quest’ultimo vincitore del Roma Fringe Festival 2023), temi politici e sociali correlati alle condizioni delle masse e alle dinamiche interne ed esterne che le regolano, portano in scena una semplice storia d’amore, vissuta oggi, spostando il punto di osservazione sugli individui e sulle dinamiche delle relazioni di coppia.

Una donna, un uomo, uniti solo dall’esigenza di un legame. Non un legame d’amore, piuttosto un legame giuridico. Al dito anulare una fede non c’è, il simbolo d’amore per la vita è sostituito da un contratto stringente. Nel quale ogni cosa è prevista, definita, circostanziata e scelta, eccezioni ed accezioni sono stabilite a tavolino; non è un modo dire, il tavolino è quello di un antico caffè di una moderna città. È ai capi opposti di questo tavolino che questa donna e quest’uomo si incontreranno per la prima volta e per sempre.

L’intimo bisogno di maternità, insieme all’atavica ricerca di un luogo delle certezze, l’esigenza di una sicurezza, quella stabilità nella quale sentirsi liberi, e così fino alle vacanze al mare, o dovunque, purché non in montagna, ed insieme, in un caleidoscopio di contraddizioni, la casa, la paura della solitudine, la fertilità, la famiglia. Nulla di cui non previsto dallo stringente contratto. Solo che pure nelle migliori, pianificate famiglie, i piani studiati nei minimi dettagli, anche quelli apparentemente perfetti, possono sempre essere messi in discussione dall’imprevedibile.

Lo spettacolo utilizza il binomio Donna-Uomo come modello universale valido per le dinamiche di qualsiasi coppia, ma anche come pretesto per raccontare di un altro tema che invece riteniamo non venga trattato spesso: la fertilità. Di come venga vissuta oggi, di come possa diventare un’ossessione, di come venga percepita, in taluni contesti, come elemento fondamentale ed irrinunciabile per “completare la coppia” senza il quale sembrerebbe non possibile essere felici.

Una storia che inizia esattamente dal momento finale a cui siamo tutti giunti. Dalla profonda involuzione dei rapporti d’amore, apparentemente condannati a cedere il passo ad una società che fonda i suoi principi sulla paura, compresa quella di amare.

CONTRATTO

Dialogo per un rapporto di coppia

16-17-18 maggio 2024

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30

biglietto unico 12.00€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com

| whatsapp 329.8027943| 349.4356219

Ufficio Stampa: Eleonora Turco eleonoraturco.press@gmail.com 

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Festa in onore della Madonna della Misericordia, Patrona di Rimini

Festa in onore della Madonna della Misericordia, Patrona di Rimini 

L’apertura delle celebrazioni per i 200 anni della presenza dei Missionari a Rimini 

dei 175 anni dal prodigio degli occhi della Madonna della Misericordia 

 Nel 2024 i Missionari del Preziosissimo Sangue celebrano i 200 anni di presenza nella città di Rimini, presso il Santuario Madonna della Misericordia in Santa Chiara. Infatti, dal febbraio 1824 San Gaspare del Bufalo, Fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, ha iniziato un’opera di evangelizzazione nelle terre dell’Emilia Romagna che hanno avuto come frutto la nascita di una comunità permanente di Missionari, che doveva continuare la missione come “opera di perseveranza”. Il prossimo 11 luglio, dunque, ricorrono esattamente i 200 anni dell’apertura di questa casa di Missione (così sono soliti chiamare le comunità). 

Contestualmente, nel 2025, ricorrerà anche il 175° anniversario del prodigio della Madonna della Misericordia. Com’è noto, in questo Santuario è custodita un’opera, una piccola tela di Maria. Una copia di un altro celebre dipinto più antico, anch’esso miracoloso, conservato nell’oratorio di San Girolamo e sfuggito alle furie iconoclaste delle epoche napoleoniche. Ebbene, l’opera del Giuseppe Soleri Brancaleone, voluta dall’allora superiora del Monastero delle Clarisse qui residenti anticamente, è stata oggetto di un miracolo: il movimento degli occhi di Maria avvenuto dalla sera dell’11 maggio 1850 e che si è protratto per diversi mesi. Un miracolo riconosciuto dalla Chiesa del tempo e che ha anche ricevuto l’“imprimatur” del Beato Papa Pio IX, che volle inviare una cornice preziosa che, ancor’oggi, custodisce il quadro e una corona, purtroppo ormai trafugata, con cui Maria fu incoronata il 15 agosto di quell’anno.  

«Ciò che celebreremo – sottolinea don Giuseppe Pandolfo, Rettore del Santuario – non è semplicemente una “campagna di eventi” che per quanto belli, rischiano di lasciare il tempo che trovano. Il desiderio di noi Missionari è prima di tutto quello di fare un gesto di gratitudine a Dio che ci dona la grazia di vivere il nostro ministero in questa città. Un Santuario, non ha attività come quelle di una parrocchia, la sua missione è quello di creare un’oasi di preghiera in cui tutti, ma proprio tutti, possono trovare ristoro e pace. Per questo ci tengo a sottolineare che “Santa Chiara” non è di alcuni, ma di tutti. Da quando sono arrivato in questo luogo ho piacevolmente scoperto una vocazione “cattolica”, ovvero universale di questo Santuario. La Chiesa di Santa Chiara è la casa di ogni riminese, non ultimo perché è anche la casa della nostra Mamma, la Vergine Maria». 

Le iniziative in programma sono molteplici: dalla mostra “Misericordes oculos ad nos converte”, un racconto attraverso foto e testimonianze della storia del Santuario, al triduo di preghiera predicato da don Emanuele Ruggeri, Rettore del Seminario Maggiore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e Segretario Provinciale. Altrettanti saranno anche gli appuntamenti serali in programma da oggi, mercoledì 8 maggio fino a venerdì 10, che culmineranno, sabato 11 maggio, con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Rimini, Mons. Nicolò Anselmi, e con la processione del prodigioso quadro. Mentre domenica 12 maggio, giorno della festa, verrà recitata alle ore 12:00 la supplica alla Madonna della Misericordia. 

Roma, 08/05/2024 

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

La nuova sfida dell’Antropocine. Per una visione e un sentire più consapevoli dell’Arte e della Bellezza. Intervista a Marino Midena

La nuova sfida dell’Antropocine

Per una visione e un sentire più consapevoli dell’Arte e della Bellezza

Intervista a Marino Midena

A cura di Luca Carbonara

Qual è la genesi della sua ultima fatica letteraria, edita da Altreconomia Edizioni, Antropocine, lo schermo verde. Manuale di percorsi e idee per un Italian Ecocinema opera polisemica e polisemantica, una sorta di manifesto programmatico, di compendio di valori, metavisioni, nuovi principi, percorsi e idee?

Marino Midena

Le occasioni di studio e di confronto sull’ambiente oggi sono in forte crescita. Il tema è diventato un argomento mainstream. Ma non è stato sempre così, soprattutto se si considera l’ambito nazionale. Il libro prende le mosse dalla considerazione di come, principalmente a partire dagli anni Novanta, si assista a un’imponente crescita di attenzione per un cinema che tratti di tematiche legate all’ecologia. Interesse che viene manifestato da autori, produzioni e spettatori e che trova rispondenza in un rilevante aumento di manifestazioni. Nascono, in Italia, i primi festival cinematografici tematici, come il CinemAmbiente di Torino, che si affiancano a un eco-filone di produzione cinematografica sempre più ricco e, in alcuni casi, attento anche sotto il profilo della filiera industriale alle istanze della sostenibilità (Green Set). Sono anche gli anni in cui, principalmente nel mondo anglosassone, prende corpo l’approccio Ecocritico grazie al lavoro della studiosa Cheryll Burgess Glotfelty, a cui va ascritto il merito di aver dato una forma canonica allo studio della relazione fra letteratura e ambiente fisico. Approccio che nel primo decennio del duemila viene esteso dalla letteratura al cinema, ovvero all’Ecocinema.  La crescita di attenzione che si registra su questi ambiti credo che richieda l’esigenza di avviare nuove considerazioni d’insieme.   Il libro nasce, così, dal desiderio di colmare un vuoto, ovvero l’assenza sugli scaffali di un’opera che proponga una rilettura, in primis, del nostro cinema, proponendo principi, percorsi e idee che legano ecologia e cinema. La novità quindi di “Antropocine” è quella di proporre, per la prima volta, in chiave sistematica e con un andamento diacronico, una rilettura in chiave “eco” di centovent’anni di cinema italiano, dalle origini sino ad oggi, per scoprire il pensiero ecologico dei padri dell’Italian cinema e delle ultime generazioni di autori.

Perché ha scelto per questa sua opera e la sua fruizione la forma di manuale?

Con “Antropocine” ho cercato di offrire un contributo al dibattito sulle tematiche ambientali e al contempo di stimolare, sul piano nazionale, lo studio di opere, autrici e autori “green” all’interno dei Film studies. Credo che oggi sia fondamentale affermare il ruolo dell’ecologia per la comprensione della realtà. Per questo spero che il volume possa risultare d’interesse per gli studiosi di cinema e dell’ambiente, ma anche, più in generale, ai cinefili e biofili, a tutti.

Parafrasando argutamente il termine prescelto, pur con tanti distinguo, perplessità e anche contrarietà, da parte degli stessi geologi, l’epoca geologica che stiamo vivendo, l’Antropocene, l’Antropocine sembra indicare, con rinnovata evocatività e chiarezza, la nuova frontiera della Settima Arte capace, proprio nella sua essenza artistica, di anticipare, leggere e dare voce a un nuovo rapporto e legame tra Uomo e Ambiente. Dal green set allo schermo verde è questa la nuova frontiera del Cinema come metavisione e metalinguaggio?

Credo di poter affermare che il dopo Chernobyl ha cambiato il rapporto del cinema con il tema ecologico nel senso di una più chiara consapevolezza. Voglio ricordare che nel 1986, lo stesso anno dell’incidente di Chernobyl, Ulrich Beck ha dato vita alla teoria della società del rischio e ha offerto un contributo essenziale nell’individuare le differenze che si sono venute a delineare nel concetto stesso di rischio (e in quello di paura e ansia) tra modernità e postmodernità. L’osservazione di questa presa di coscienza mi ha portato a inventare il neologismo “AntropoCine” rifacendomi chiaramente all’intuizione di Paul Crutzen, premio Nobel per la chimica 1995 che nel 2000 coniò il termine Antropocene per indicare una nuova era geologica nella quale l’uomo è responsabile, con le sue predatorie attività, di profonde modificazioni territoriali, strutturali e climatiche. Il cinema post Chernobyl degli anni novanta e quello post Kyoto degli anni duemila può essere quindi individuato come l’“AntropoCine” ed è il cinema che racconta le modificazioni drammatiche dell’uomo all’ecosistema e all’uomo stesso, un racconto che impegna una nuova generazione di artisti e autori e che fotografa una coscienza epocale, che come sostiene lo storico Dipesh Chakrabarty, è necessariamente inquieta.

Quali sono le ragioni per le quali proprio in Italia, Paese fragile per eccellenza, soggetto alle più diverse calamità naturali, dai fenomeni franosi, a quelli sismici, vulcanici e idrogeologici, tarda così tanto ad affermarsi una cultura ambientalista ed ecologista che ponga, una volta e per sempre, al centro, come priorità assoluta, la difesa e la tutela dell’ambiente?

Una risposta in termini assoluti è complessa. Nel libro mi pongo questa domanda legandola al ritardo con cui il cinema italiano, negli anni ‘70, ha scoperto la questione ambientale sul grande schermo e sottolineo come possano essere molteplici le cause di questa miopia che ha rallentato una diffusa presa di coscienza della questione ecologica. Sono ragioni riconducibili a più ambiti culturali, sociali e politici: un eccessivo localismo delle contestazioni ambientali e la considerazione dell’associazionismo ambientale nascente come espressione di gruppi elitari; una comunità scientifica troppo proiettata ad assecondare una crescita malata; la rapida soluzione della crisi petrolifera del 1973 che contribuì a diffondere nella popolazione una non giustificata certezza nella capacità da parte del mondo della politica e della scienza di poter fronteggiare con successo eventuali crisi future; una contrarietà di fondo del movimento sindacale troppo proiettato alla cieca difesa del lavoro, anche di quello nocivo; un mondo della politica pressoché assente su queste tematiche. La critica al modello societario, in sostanza, ha trovato, nel cinema nazionale, espressione nelle tematiche concernenti il lavoro, il conflitto sociale, ma non l’ambiente in cui viviamo. Ha prevalso un modello culturale che ha messo l’uomo al centro del mondo con tutto l’esistente in natura, in funzione ancillare. Oggi non solo persiste una situazione di ritardo nella nostra capacità di lettura ecologica della società ma rischiamo di dover andare a ribadire quelle che ormai sembravano delle conquiste acquisite e questo arretramento è anche dovuto alla sterilità, se non proprio al fallimento, dell’azione internazionale di tutela ambientale.

Uomo, Natura, Ambiente trinomio cardine, cartina tornasole della stessa evoluzione umana attraverso il quale si può ripercorrere la Storia dell’Uomo, dalla visione che avevano i classici della Natura, a quella di Galileo, intrinsecamente legata alle leggi della geometria e della matematica, quindi all’essenza della pura Bellezza, alla visione meccanicistica, positivistica e romantica, non si possono non citare le Operette Morali di Leopardi e, in particolare, il Dialogo della natura e di un islandese, con la visione di una natura matrigna, come anche la filosofica ed esistenziale visione offerta dalla poesia dell’Infinito: qual è lo stato dell’arte? L’homo sapiens, già in grado di alterare e modificare l’ambiente e la stessa geografia del mondo che lo circonda, quasi al pari delle dinamiche geodinamiche, giunto al culmine della sua evoluzione, in grado com’è di proiettarsi in una realtà virtuale e di dare vita a un’intelligenza artificiale, in che rapporto è oggi con la Natura e con l’ambiente?

Siamo in un equilibrio precario. Se le nuove generazioni stanno trovando la forza di farsi carico dell’emergenza ambientale assistiamo, di contro, a un rafforzamento delle istanze di un certo modo di produrre e di creare ricchezza che si muove su coordinate opposte.  Il libro vuole essere un modesto contributo nel testimoniare come siamo di fronte alla necessità di un ripensamento circa il nostro rapporto con il mondo, all’esigenza di un riposizionamento sempre meno antropocentrico. L’“AntropoCine”, il cinema che racconta la nostra epoca, offre l’opportunità di vedere sullo schermo gli effetti e le conseguenze dei nostri comportamenti e prendere visione di come la nostra cultura ambientale presenti dei limiti evidenti. È il cinema dell’oggi, perché mai come adesso è fondamentale, da subito, un cambio di paradigma o accettare di essere i responsabili di un punto di non ritorno. L’arte può sicuramente aiutare, come sosteneva Ermanno Olmi, e sono sempre di più i film makers che vivono l’ecologia e la tutela ambientale come un perno del proprio percorso artistico. I nuovi autori sono spinti dal bisogno di raccontare l’Antropocene esattamente come i registi degli anni sessanta e settanta erano mossi dalla necessità di denunciare i guasti del boom economico. Nel libro parlo di “New Italian Green Generation” ovvero, una nuova generazione, che vanta tanto autori di film di finzione che documentaristi, che racconta e vive l’oggi “sentendolo” attraverso un nuovo modello di lettura, quello ecologico, della società.

In che modo e in che termini l’Ecocinema può educare l’uomo di oggi e di domani, i bambini, a una nuova poesia e a una nuova filosofia della visione come a una nuova concezione di sviluppo sostenibile?

Il mezzo cinematografico è uno strumento efficace per raccontare la crisi ambientale e sociale che stiamo vivendo, ma può anche avere un ruolo importante nella difesa stessa del pianeta grazie alla sua capacità di “parlare in profondità” alle persone. I film, infatti, sono “ponti di senso”, uno spazio del pensiero dove spettatore e opera s’incontrano.  L’Ecocinema mette in una relazione particolare uomo e la natura. Porta l’essere umano a ragionare sulla sua relazione con il mondo naturale, lo spinge a formulare considerazioni etiche sul proprio agire. Dobbiamo capire che il destino del pianeta è il nostro destino, che le sue storie sono le nostre storie. Con il libro sottolineo quindi che il cinema non è un mero fatto estetico e linguistico ma è immaginario e comunicazione e può dare, quindi, un contributo alla sostenibilità e alla tutela ecologica. Del resto la stessa Greta Thumberg ha dichiarato di essersi avvicinata alle tematiche green dopo la visione di un film e Margaret Atwood, l’autrice de “Il racconto dell’ancella”, ha dichiarato che si impara più da un film o da un romanzo che da un saggio scientifico.

Quali sono i suoi progetti e programmi futuri?

Il racconto dell’“Antropocine” dalla pagina scritta (accanto al libro, come giornalista da anni curo rubriche di cinema ambientali su alcune importanti testate) sta entrando nelle sale come appuntamento mensile con il pubblico romano e ha un respiro nazionale, grazie alla collaborazione con i due principali festival cinematografici di settore ovvero il CinemAmbiente di Torino e il Clorofilla Film Fest.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Il Maggio dei libri del II Municipio di Roma: “Ritrovarsi Comunità un libro alla volta”.

Dal 4 maggio al 2 giugno 2024, avrà luogo, all’interno de Il Maggio dei Libri dedicato alla lettura e ideato dal CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la kermesse Il Maggio dei Libri del II Municipio. 

Il maggio dei libri del II Municipio – “Ritrovarsi comunità un libro alla volta” è una rassegna letteraria diffusa in tutto il vasto territorio del II Municipio di Roma, a partire da un’idea di Chiara Mazza e Valeria Angelini e dalla volontà dell’associazione culturale Il Talento di Roma di ricreare una rete sul territorio locale capace di veicolare il valore della lettura quale elemento fondativo della crescita personale e collettiva.  

Parco Nemorense, uno dei luoghi del Festival

A partire da Parco Nemorense, si darà spazio di ascolto, partecipazione e visibilità al II Municipio di Roma, attraverso gli appuntamenti diffusi in varie sedi romane, le visite guidate, le giornate di approfondimento e le svariate iniziative in programma.

Un Festival e una Fiera per la primavera romana. 

 A cura di APS Barikamà Onlus e de Il Talento di Roma, la manifestazione Il Maggio dei Libri del II Municipio si propone di diffondere la conoscenza del patrimonio culturale tangibile e intangibile, artistico e professionale che caratterizza le diversità antropologiche dei quartieri della Capitale. 

Dopo il Covid, è forte la necessità delle persone di ritrovarsi insieme per dialogare e confrontarsi, con il comune obiettivo di rinsaldare il tessuto sociale. Ciò può avvenire attorno alla lettura di un libro, nell’incontro con gli autori e con le case editrici.  

Tra gli ospiti e i relatori in cartellone, pronti a dialogare con il pubblico, Maria Grazia Calandrone, Anna Toscano, Giorgio Ghiotti, Angelo Pellegrino, Cecilia Lavatore, Giuseppe Manfridi, Sandro Bonvissuto, Marco Lodoli, Arnaldo Colasanti, Enrico Luceri, François Morlupi, Paolo Vanacore, Simona Zecchi, Pulsatilla, Annarosa Mattei, Martina Ferrari, Sandro Dazieri, Mario Avagliano, Davide Conti, Gianluca Peciola. 

Molti luoghi, oltre al Parco Nemorense, saranno interessati dall’iniziativa, per sottolinearne il carattere diffuso e inclusivo: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Polo Museale La Sapienza, l’Associazione culturale ”Il Gremio dei sardi di Roma”, la Sede Deditore, la Biblioteca Europea, la Biblioteca Tullio de Mauro, la Biblioteca Leopardi, la Biblioteca Flaminia, la Libreria Incontri Punto Einaudi, la Libreria L’Altracittà, la Libreria Suspense, la Libreria Tomo, la Libreria Tra le Righe, la Libreria Scione. 

Nel corso del mese, alcune giornate saranno dedicate a due importanti centenari di nascita: quello di Goliarda Sapienza, autrice de L’arte della gioia, e quello di Alberto Manzi, il Maestro degli italiani in collaborazione con il Centro Alberto Manzi.  Nel programma, visite guidate alla scoperta dei segreti di Roma, gruppi di lettura, dialoghi tra autori, curatori e editori, laboratori di scrittura, tavole rotonde tematiche e performance recitative sono previsti a cura de Il Talento di Roma. 

Rassegne per tutti i gusti. 

#ingiallo è una rassegna, che avrà luogo alla Libreria Suspense, ideata da Chiara Mazza e a cura di Marco Caponera, che ospita alcuni degli autori cult dell’omonimo genere letterario, oggi più che mai in voga, come Sandro Dazieri, Marco Caponera, Cristiana Astori, Enrico Luceri, François Morlupi e Fabio Mundadori. 

Verso le Olimpiadi è una rassegna ideata da Valeria Angelini, a cura di Giulio Pecci, in collaborazione con 66Thand2nd che avrà luogo alla Libreria L’Altracittà e metterà al centro dell’attenzione lo sport come momento di socialità e scambi interculturali. Saranno presenti, tra i vari incontri, gli autori Marco Pastonesi, Michele Martino, Lorenzo Iervolino, Stefano Gallerani. 

La rassegna Astrolabio al Tramonto, a cura della storica casa editrice Astrolabio Ubaldini, propone reanding, momenti di approfondimento e incontri sullo yoga, la poesia mistica di Rumi e la psicoanalisi in cui saranno previsti incontri con gli autori e finestre di pratica dello yoga, tra Parco Nemorense, la Libreria Tra le Righe e la Libreria Scione. 

I reading, a cura di Chiara Mazza e Valeria Angelini, sono pensati per offrire una diversa promozione della lettura attraverso la sinergia tra le arti performative e la scrittura. Tra gli autori in cartellone, Cecelia Lavatore e LaNoce, Flavia Novelli, Paolo Vanacore. 

L’incontri sull’educazione psico-sessuo-affettiva nelle scuole con Flavia Restivo e Martina Ferrari, e quello sui disturbi del comportamento alimentare a cura di Maruska Albertazzi, consentono di ampliare lo sguardo sulla società e di confrontarsi sui temi caldi che riguardano le generazioni dei più giovani. 

Una delle attività fondanti de Il Talento di Roma sono, sin dalla nascita dell’Associazione, i gruppi di lettura che non mancheranno nemmeno in questa occasione. In collaborazione con Editrice Nord, si parlerà di Tomorrow and tomorrow and tomorrow di Gabrielle Zevine. L’incontro mensile de Lo Struzzo e il Gatto, nato dalla collaborazione con la Libreria Incontri Punto Einaudi, prevede di dialogare su L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio e su Il vecchio al mare di Domenico Starnone (entrambi editi da Einaudi). 

La molteplicità di iniziative previste in cartellone è pensata per soddisfare i gusti e le curiosità culturali e artistiche più svariate, affinché si riesca a fornire una proposta valida di partecipazione comune che ricrei un’idea di comunità slegata da quei particolarismi che non consentono l’aggregazione della e alla collettività.  

Una Fiera come gran finale. 

Alla conclusione del Festival, dal 31 maggio al 2 giugno, Fogli(e) in Fiera, una tre giorni dedicata alla piccola editoria indipendente romana: La Lepre EdizioniArbor Libri Le Commari EdizioniValigie RosseNemapressTempestaLe pluraliCartaCanta – Nolica Edizioni – Ensemble4punteedizioni – Mincione Editore. 

Parco Nemorense, uno dei luoghi del Festival

Gli spazi di Parco Nemorense faranno da cornice ad un ricco programma di appuntamenti dedicato a lettori e lettrici di ogni età: dibattiti, presentazioni di libri, anteprime, un nutrito parterre di ospiti, momenti di dialogo e confronto sulla realtà che ci circonda e sulle sfide del contemporaneo. 

Maggio dei libri del secondo municipio – Ritrovarsi comunità un libro alla volta. 

Gli appuntamenti dal 4 maggio al primo giugno al Caffè Nemorense e non solo. 

 Tra i molti appuntamenti previsti nella kermesse, a partire dal 4 maggio, un inizio elettrico: alle 16:00, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, un pomeriggio dedicato a Goliarda Sapienza con Anna Toscano, Angelo Maria Pellegrino, Loredana Rotondo e interventi di Sandra Giuliani, Silvia Scognamiglio e Gisella Blanco, a cui seguirà una visita guidata tematica a cura della Dott. Roberta Mingione. 

Il 6 maggio il primo reading dalla rassegna Astrolabio al Tramonto “L’amore è uno straniero” tratto dalle poesie di Rumi con Paola Sotgiu e le musiche di Barbad Project. 

Il 7 maggio, presso il Parco Nemorense, Radiografia di un mistero irrisolto. Le brigate rosse (e lo Stato) nel sequestro Gancia, di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini, Bibliotheka Edizioni, con la moderazione di Simona Zecchi. 

L’8 maggio, alle 19:00, presso la libreria L’Altracittà, all’interno della rassegna Verso le Olimpiadi, in collaborazione con 66Thand2nd, Pantani era un dio di Marco Pastonesi, con Giulio Pecci. 

L’11 maggio, a Parco Nemorense, alle 14:30, Medicina autobiografica – il Laboratorio autocurativo di scrittura memoir, con Pulsatilla; a seguire, alle 18:30, la presentazione di Credevo di essere felice. La matta voglia di vivere al massimo di Daniela Cicchetta e Fabrizio Capucci, edito da Augh. 

Il 14 maggio, alle 17:30, presso la biblioteca Tullio de Mauro, avrà luogo la presentazione della trilogia su Annabella Abbondante di Barbara Perna, edita da Giunti Editore, con Chiara Mazza. 

Il 15 maggio, alle ore 18:30, presso l’Aula Partenope di Sapienza, Le madri di idee. Le donne scienziate e il Premio Nobel di Elisabetta Strickland, edito da Nema Press, modera Neria de Giovanni; alle 19:00, presso la libreria L’Altracittà, per la rassegna Verso le Olimpiadi, in collaborazione con 66Thand2nd, Bruce lee. L’avventura del piccolo drago di Michele Martino, a cura di Giulio Pecci.  

Il 16 maggio, a Parco Nemorense, ore 18:30, Le vite spezzate delle fosse ardeatine di Mario Avagliano e Marco Palmieri, edito da Einaudi, con Valentina Caracciolo, assessora alle Attività produttive, Mobilità e Turismo del Secondo Municipio; alle ore 17:30, presso la biblioteca Tullio de Mauro, A spasso con Elsa. Passeggiate letterarie tra le strade di Roma e i vicoli di Procida di Maria Teresa Natale e Giuliana Zagra, edita da Laboratorio web per la cultura; alle 18:30, presso l’Aula Partenope di Sapienza: Oltre Marie. Prospettive di genere nella scienza di Nastassja Cipriani e Edwige Pezzulli, edito da Le Plurali, con Silvia Piranomonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. 

Il 17 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:30, Crisalidi e cristallizzazioni di Germana Altese, edito da 

L’Erudita (Giulio Perrone); alle 19:30, il reading teatrale Italo Calvino ed Elsa de Giorgi – Il calabrone e la farfalla, tratto da Amori Diversi di Flavia Novelli; alle 19:00, la presentazione presso la libreria Tra le Righe di Padre occidentale. L’ineffabile origine dello Yoga di Simone Lisi, edito da EFFEQU.  

Il 18 maggio, alle 11:30, avrà luogo la visita guidata alla scoperta di Sant’Agnese, a cura de Il Talento di Roma; alle 18:30, presso Libreria Suspence, per la rassegna #ingiallo, la presentazione di Tutto quel viola di Cristina Astori, edito da Fratelli Frilli editori, con Marco Caponera. 

Il 19 maggio, alle 18:30, l’incontro L’educazione psico-sessuo-affettiva nelle scuole con Flavia Restivo attivista e columnist, Martina Ferrari (@instasogno), psicoanalista, Sara Piersantelli, docente di scuola secondaria e un rappresentante degli studenti. 

Il 21 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:00, Tanto poco di Marco Lodoli, edito da Einaudi, con  Sebastiano Nata.  

Il 22 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:30, per la rassegna Astrolabio al Tramonto, Yoga. La composizione delle tecniche come strumento per ritrovare una pratica viva di Francesca Proia, edito da Astrolabio Ubaldini. All’interno dell’evento è prevista una sessione di pratica e a seguire conversazione con l’autrice, intervengono Maria Paola Zedda, insegnante, ricercatrice e studiosa di yoga, Francesca Manzoni, insegnante, ricercatrice e studiosa di yoga e Alessandra Russo, insegnante, ricercatrice e studiosa di yoga.  

Il 23 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:30, Giorgio Ghiotti con I perduti amori, edito da Il Simbolo; alle 17:30, presso la biblioteca Tullio de Mauro, La scoperta dell’America di Cesare Pavese, a cura di Dario Pontuale, edito da Nutrimenti; sempre alle 17:30, presso la biblioteca Europea, Storia di una passione politica – Tina Anselmi di Anna Vinci, edito da Chiare Lettere, con Roberto Sciarrone. 

IL 24 maggio, alle 10:45, al Museo Etrusco di Villa Giulia si dialogherà su La regina che amava la libertà. Storia di Cristina di Svezia dal Nord Europa alla Roma barocca di Annarosa Mattei, edito da Salani, con Claudio Strinati; alle 19, presso il Parco Nemorense, un altro dialogo, stavolta su Scrittori Russi di Leone Ginzburg e Destinazione Parigi di Piero Gobetti, editi da Reader For Blind, in cui interverranno i curatori editoriali Dario Pontuale e Enzo Di Brango; alle 18:00, presso la sede di Deditore, Primi Delitti di Paolo D’Orazio, edito da Deditore, con Olivia Balzar; alle 18:30, presso la Libreria Suspence, per la rassegna #ingiallo, Il tempo corre piano di Enrico Luceri, edito da Giallo Mondadori. 

Il 26 maggio a Parco Nemorense, alle 18:30, si riunirà il Gruppo di lettura su Tomorrow and tomorrow and tomorrow di Gabrielle Zevin, edito da Nord, con Martina Ferrari (@instasogno). 

Il 27 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:30, Sulla poesia con Maria Grazia Calandrone. 

Il 28 maggio alle ore 18:30, Il gioco degli opposti. Un’indagine per i Cinque di Monteverde di François Morlupi, edito da Salani, con Marco Caponera; alle 17:30 presso la Biblioteca Flaminia, Un anno di Gioia, Giorgio Ghiotti e Gisella Blanco conversano sulla poesia femminile del Novecento con un focus particolare su Goliarda Sapienza. 

Il 29 maggio, a Parco Nemorense, alle 18:30, Il sole di sera di Sabrina Grementieri, edito da Love 

Edizioni, modera Laura Costantini; alle 18:30 presso Tomo Libreria, Cantami o diva degli eroi le ombre di Isabella Bignozzi, edito da La Lepre Edizioni. 

Il 30 maggio alle 17:30, a Parco Nemorense, l’anteprima di Fogli(e) in Fiera. Alle 18, Alessandro Orlandi presenta Anime di carta (La Lepre Edizioni). Alle 19:30 avrà luogo il reading musicale Libera di Cecilia Lavatore e Lanoce. Alle 18:30, presso la Libreria Suspense, per la rassegna #ingiallo, Le lacrime di Dio di Fabio Mundadori, edito da Sette Chiavi, modera Marco Caponera. 

Il 31 maggio, a Parco Nemorense, alle 19:00, una conversazione con Sandro Dazieri a partire dal suo ultimo libro Il Figlio del mago, edito da Rizzoli; alle 17:30, la visita guidata presso il quartiere Coppedè, in occasione del centenario del quartiere, con partenza da via Brenta, angolo via Tagliamento, a cura de Il Talento di Roma. 

Il primo giugno, a Parco Nemorense, alle ore 11:30, L’uomo di vetro di Giuseppe Manfridi, edito da La Lepre Edizioni; alle 15:30 Federica Lauto con Marguerite mon amour (Le Plurali); alle ore 17:30, Nicola Arigliano: un crooner colpevole, con gli autori, edito di Tempesta Editore. Alle ore 19:30 il reading: Le Solitarie, dall’omonima opera di Ada Negri, a cura di Martina Dini.  

Il 2 giugno, alle 12:30, Paolo di Reda edito da Nolica Edizioni, La strategia dell’ombra; alle 18:30, Cerca’ Maria Pe Roma di Maria Musik, Tempesta Editore.  

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Sinistra Italiana Roma IX al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Euroma2

Il Circolo di Sinistra Italiana del Municipio IX di Roma esprime piena solidarietà alle oltre cinquecento  lavoratrici e lavoratori del centro commerciale Euroma2 che hanno sottoscritto una lettera rivolta alla direzione del grande Shopping Mall dell’EUR chiedendo di fare un passo indietro rispetto alla decisione di inserire il 1 Maggio tra i giorni di apertura straordinaria.
Il Primo Maggio è giornata di festa del Lavoro e dei Lavoratori, ed è sempre più urgente che torni ad essere anche una giornata di lotta.
“Invitiamo la direzione del centro commerciale a ripensare alla propria decisione – afferma Adriano Manna, coordinatore di Sinistra Italiana Municipio IX di Roma – al fine di mostrare rispetto per il diritto delle lavoratrici e lavoratori a passare la festa con i propri affetti, in un giorno istituzionalmente riconosciuto nel nostro Paese dal 1891 e abolito soltanto negli anni bui del regime fascista

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

“Le tabacchine e gli scioperi del 1944” a Roma: convegno a ottant’anni dallo sciopero del 3 maggio

“La Resistenza, nel nostro Paese, trova il suo inizio nelle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, che insorgono e scioperano nel marzo del 1943 e successivamente nel marzo del 1944 per poi occupare le fabbriche alla vigilia del 25 aprile 1945″. Il primo marzo 1944 sono in tantissime e in tantissimi a incrociare le braccia malgrado le repressioni, le minacce di licenziamento, la paventata deportazione in Germania”. Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio e l’Iress Lazio. “E’ la prima e unica grande mobilitazione generale nell’Europa occupata dai nazifascisti. A Roma, il 3 maggio 1944, il Comitato sindacale di agitazione e il Comitato di liberazione nazionale decidono di proclamare uno sciopero generale finalizzato a creare ulteriori difficoltà agli occupanti tedeschi. A ottant’anni di distanza, per ricordare quegli avvenimenti, riflettere sulla loro grande importanza storica e, in particolare, sul ruolo determinante rivestito dalle tabacchine di Piazza Mastai, la Cgil di Roma e del Lazio, l’Iress Lazio, l’Anpi Roma Provinciale e la sezione Anpi Paolo Petrucci hanno organizzato per venerdì 3 maggio, alle ore 15:30, presso la Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara 19) il convegno ‘Le tabacchine e gli scioperi del 1944’. Dopo i saluti di Angela Ronga, del Direttivo della Casa Internazionale delle Donne, si succederanno gli interventi di Walter De Cesaris, autore del volume ‘Eravamo ribelli. Le operaie del tabacco in Italia’, Livia Astolfi, presidente sezione Anpi Paolo Petrucci, Davide Conti, storico Iress Lazio, Carlo Felice Casula, professore emerito di Stora Contemporanea Università Roma Tre, Marina Pierlorenzi, presidente Anpi Roma Provinciale e Natale Di Cola, segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio. I lavori saranno coordinati da Eugenio Ghignoni, presidente Iress Lazio“.                                                                                       Roma, 27 apr 11:08 – (Agenzia Nova)

 

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento