Venerdì 3 Giugno 2022, alle ore 18.00 il Progetto STORIECONTEMPORANEE, a cura di Anna Cochetti, nello spazio Studio Ricerca e Documentazione di Via Poerio 16/B ospita l’installazione site-specific di Franco Nuti, “Il segno come parola”, che presenta una rilettura, in funzione dello spazio romano, del work in progress “Specula”, iniziato nel 2018, a partire dall’intervento nella Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta, Roncolise (BN).
In “Il segno come parola” Franco Nuti ritorna – per approfondirli alla luce delle riflessioni che i due anni di pandemia hanno reso ineludibili – su alcuni temi nodali della sua ricerca, quali la relazione tra la conoscenza razionale e la conoscenza emotiva nella ricerca e nella tensione verso la “verità”, da esercitarsi intorno alla centralità della Natura Naturans e alla funzione che in essa occupa il genere umano, inteso nelle sue diverse accezioni, religiose, filosofiche, politiche, economiche, sociologiche, psichiche.
“Il punto di osservazione da cui soppesiamo un fenomeno determina la dinamica dello stesso”: così l’artista dichiara a introduzione del suo viaggio di conoscenza sub specie aesthetica, in cui ha scelto di essere accompagnato dalle parole di Epicuro, Lucrezio, Ovidio, ma anche di Marx e Freud. Laddove le parole sono il segno che costituisce il percorso stesso dell’installazione, costruita come una sorta di spazio sacro – in quanto individuato e definito rispetto al resto, a ciò che è intorno – attraverso l’assemblaggio di disegni, carte veline, terrecotte e oggetti, in cui è posto in essere il processo di conoscenza razionale/emozionale.
Il video “Verità” (2022) che accompagna l’installazione ne sottolinea l’incipit concettuale e le scelte linguistico-formali.
Giovedì 16 Giugno, in occasione del finissage, verrà presentato il Libro d’artista, realizzato in edizione limitata, numerato e firmato.
Franco Nuti è nato a Roma e vive e lavora tra Roma e Napoli. Dopo la formazione all’Accademia di Belle Arti di Roma, esordisce, nel 1988, esponendo una serie di lavori all’Accademia di Romania. Di poco successiva è la personale presso il Centro di Ricerca Artistica Luigi di Sarro, in cui l’artista ripropone l’uso di carte veline increspate a creare rapporti di ombra e luce. La partecipazione al progetto “Civitella D’Agliano”, a cura di Massimo Carboni, Beat Streuli e Cristoph Gallioe, che prevedeva una collaborazione tra artisti italiani e stranieri, unitamente ai diversi soggiorni a New York, portano l’artista verso la realizzazione dei primi Assemblaggi, esposti in seguito in una personale a cura di Giuditta Villa. Un’ulteriore indagine sui materiali porterà Nuti a creare involucri trasparenti in PVC contenenti frammenti di pitture, opere che saranno esposte nella rassegna “Sacrifici”, curata nel 1998 da Mario de Candia e Sandro Cappelletto.Nel 1998 inizia ad insegnare presso il Centro di Salute Mentale di Roma, svolgendo un programma riabilitativo sull’uso del colore, esperienza che lo porterà, diversi anni più tardi, alla creazione insieme a Barbara Tosi di un Biennio per la Specialistica in Arte per la Terapia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.Nelle diverse esposizioni personali degli anni successivi, Franco Nuti continuerà a lavorare sui temi della memoria e del vissuto, che ancora caratterizzano la sua ricerca estetica. Unendo ricerca pittorica, installazione, riflessione gestuale, Nuti dà vita ad opere dotate di una particolare risonanza, capaci di esprimere, come ha ricordato Barbara Tosi, “la segretezza” del processo artistico. Tra le mostre più recenti, le personali “Specula”, progetto-mostra work in progress, Chiesa di Santa Maria in Grotta, Roncolise (BN), a cura di Giuseppe Rago, 2018; “La grammatica dell’esistenza” Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino (FR), a cura di Loredana Rea, 2017; “Rimandi”, Biblioteca Nazionale di Napoli – Sezione Papiri – Palazzo Reale, Enywhere Art Company, Napoli, a cura di Marco Amore, 2015; “Il colore e il movimento”, Minigallery, Assisi (PG), a cura di Paolo Dalbasso, 2015.