Riportiamo il commento, a lettura conclusa della silloge di racconti di Luca Carbonara Finestra surreale edita per i tipi di Cultura e dintorni Editore, di Saveria Chemotti, studiosa senior dello Studium Patavinum
“… ti ho letto, anzi ho la sensazione di averti respirato, tanta è l’emozione che mi rimane dopo aver chiuso il tuo libro di racconti. Quella che descrivi, in verità, non è una finestra surreale… e l’aggettivo funziona per me come una provocazione che inganna volontariamente il lettore e lo provoca perché non si lasci sopraffare da una dimensione della realtà che a un certo punto esplode, come se l’immagine fosse investita da un flash multicolore che moltiplica i colori, i contorni della storia, i personaggi in bilico tra presente e passato. Solo in apparenza. In realtà qui la vita entra e stupisce riflessa sulla pagina che trabocca di ricordi in una filigrana della memoria che avvince, sia per lo stile che per la struttura. La realtà evapora e si rifrange in una dimensione multipla, onirica, ma senza mai svanire. Ti resta impressa negli occhi e nella gola: parole che dici umane… mi sovviene. Grazie, allora…”