Pubblicata per la prima volta in Italia – HOPPY edizioni – l’audiodescrizione integrale del primo episodio della saga tolkieniana, per lasciare una traccia nel mondo dei professionisti dell’AD cinetelevisiva e culturale
di Giovanni Serra
Il libro “AUDIODESCRIZIONE Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’AD”, di e con un saggio di Laura Giordani, audiodescrittrice, adattatrice e scrittrice, membro del Collegio degli Esperti dell’AIDAC (Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi), docente di audiodescrizione e adattamento dialoghi e Valerio Ailo Baronti, scrittore e dialoghista adattatore, riserva una sorpresa unica nel suo genere.
Ad un erudito saggio sulla genesi del progetto, sulle linee guida adottate, sul colossal cinematografico e, inevitabilmente, sull’opera di Tolkien, affianca infatti per la prima volta in Italia la trascrizione integrale di un’audiodescrizione, completa di glossario e altri strumenti.
La scelta, immediatamente condivisa dalla casa editrice HOPPY di Roma, consente in prima battuta al gruppo di AD coinvolti di ottenere tutela giuridica del loro certosino lavoro, in qualità di Autori di un’opera letteraria.
Allo stesso tempo, mette fin dal titolo sotto i riflettori un mestiere e un termine, audiodescrizione, non ancora registrato nei vocabolari e nelle enciclopedie. “Provate a scriverlo sul computer, l’editor di testo lo sottolineerà in rosso. Una parola che non esiste è un mare inesplorato; una parola sbagliata è un’isola segreta”, si legge in quarta di copertina.
Ecco allora che l’opera raccoglie integralmente lo sforzo plurale della stessa Giordani e di Beatrice De Caro Carella, Stefania Di Nardo, Valeria Palma, Francesca Paola Di Girolamo, Chiara Merlonghi, Annalisa Cambise, Adriano Mainolfi, Matteo Gravina, Tommaso Favretto, Flavio Marianetti e Francesco Ficchì, coautori dell’AD dell’imponente film.
Il “libriccino” apre con un’assunzione di responsabilità professionale: “Tutto può essere audiodescritto, a patto di assicurare un continuo sforzo di erudizione, perché́ solo in questo modo è possibile restituire ai fruitori l’essenza e l’anima del prodotto”; e chiude con un auspicio, nella postfazione di Francesco Vairano, presidente AIDAC: “Sarebbe ora che gli audiodescrittori venissero considerati come autori a tutti gli effetti”.
Questi professionisti non si limitano a tradurre in parole i contenuti di un prodotto audiovisivo (cinema, televisione, web), ma forniscono anche a persone cieche e ipovedenti ausili per la fruizione inclusiva di opere d’arte, musei, monumenti, spettacoli teatrali, danza, eventi culturali e sportivi dal vivo.
Se è vero che tutto si può audiodescrivere e che questo è l’unico modo per accedere liberamente a un’offerta vertiginosamente orientata al digitale e al visuale per oltre 360.000 persone cieche e circa un milione e mezzo di ipovedenti in Italia, va anche riconosciuto che non tutti possono audiodescrivere, ché l’improvvisazione mortifica l’esperienza e la libertà stessa degli utenti finali.
Eppure l’audiodescrizione resta una professione sconosciuta. O meglio, pur se inserita in una filiera, l’audiovisiva, che vale circa 1.500 milioni di euro e in un sistema produttivo, culturale e creativo che supera gli 84,6 miliardi di euro e attiva complessivamente 239,8 miliardi, non ha ancora ricevuto adeguato riconoscimento.
HOPPY edizioni, al fianco dei professionisti dell’AD, ravvisa nella necessità di tale riconoscimento la rotta della traccia che intende solcare e lasciare. Insieme a chi vorrà comprendere che aggregare le figure professionali più qualificate nel campo, dar loro adeguato riconoscimento (giuridico, sindacale, contrattuale, economico), fornire servizi qualificati di AD cinetelevisiva e di qualunque bene culturale dell’immenso patrimonio italiano e pubblicare le linee guida più aggiornate in materia, significa in realtà porre sul tavolo una questione sociale.
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DIDA:
1 l libro AUDIODESCRIZIONE Il Signore degli Anelli, la compagnia dell’AD
2 Laura Giordani, audiodescrittrice
“HOPPY è un cortile fertile e protetto. Aperto a chiunque voglia muoversi per lasciare una traccia, alfiere, torre o re, non importa. Concretezza, quando serve; fantasia, quando dimenticata. Gli amici che chiami quando da solo non trovi la soluzione, e invece è a un passo: a hop a skip and a jump from you” – ci dice Barbara Mincinesi, CEO – “Il cortile consente il travaso di competenze, la condivisione di visioni, di operare concentricamente a partire dallo scenario economico di prossimità, per raggiungere rapidamente orizzonti più vasti, nazionali e internazionali, di selezionare insieme al committente il migliore modo di fare. Di restare aperti alle migliori opportunità che l’ambiente e la cultura in cui siamo immersi offrono spontaneamente. Perché la soluzione in Italia è sempre a un passo, e si chiama patrimonio culturale – che poi è il 75% di quello mondiale. HOPPY lo elegge a strumento, stella polare e fine ultimo di ogni sua azione”.