La mostra “Il profumo della Primavera” è alla Galleria Apollina fino al 30 aprile
Cosa fa di una mostra collettiva un progetto autenticamente godibile per il pubblico dell’arte? Se la qualità delle opere esposte resta tra i criteri principali, è innegabile come la “sintonia”, di spirito prima ancora che artistica, tra gli artisti coinvolti faccia la differenza.
Certamente la fa nella mostra “Il Profumo della Primavera”, inaugurata giovedì 20 marzo da un partecipato vernissage, incastonata in un nuovo, bellissimo, spazio per la cultura e l’arte quale la Galleria Apollina, in Via Antonio Bertoloni 45 a Roma.
Pietro JOVANE l’anfitrione, ma il progetto è un progetto corale, di otto amici artisti più uno, insieme per regalare ai visitatori la loro interpretazione del senso di profonda rinascita che da sempre la Primavera porta con sé lungo il filo comune, ci sembra, della leggerezza. Non sono tempi “leggeri”, ma l’arte quando non si fa denuncia si fa bellezza, e la bellezza è anche leggerezza, e non si è forse detto che la bellezza salverà il mondo? Concetto tutt’altro che effimero, la ricerca della bellezza (intesa come solidarietà, benessere condiviso, elevazione dello spirito) è entrata da ultimo anche nel mondo dell’economia e delle imprese, per esempio, e comunque filo rosso lungo cui dipanare le azioni dei singoli e della collettività.
Si chiama proprio “La Bellezza salverà il mondo” una delle due tele esposte da Teresa CORATELLA quale contributo alla mostra. Artista romana, il suo lavoro poggia su colori e forme alla ricerca di infiniti universi, luci e trasparenze. Le tracce diventano elemento di consapevolezza, contro ogni volontà rappresentativa convenzionale, piuttosto alla ricerca del segno ipnotico messaggero delle stratificazioni profonde in un punto dove il conscio incontra l’inconscio e l’arte diventa libera e liberatoria per la mente il corpo e l’anima. Le lettere, i numeri e le parole sono l’unico frammento reale tra i suoi colori che si perdono spesso nella complicità dei versi poetici della sorella Rossana.
I “Piani” di Salvatore PUPILLO, reduce dalla sua personale romana ‘SCENE’, regalano alla mostra l’opera “A strati” del 2010. I diversi elementi che la compongono sono disposti sulla parete come lancette di un orologio fantastico e rivelano una delle tecniche usate dal pittore romano e che riguarda la stratificazione, oltre che dei tessuti, dei materiali, tra loro sovrapposti. Pittore astratto, definito “minimal”, la sua ricerca artistica incarna perfettamente l’idea del leggero e dell’appena accennato. Lieve, si può dire, si muove sulla scena romana dagli anni ‘80, apprezzato in Italia e all’estero.
Grandi le tele esposte da Enzo BARCHI, un po’ il Deus ex machina della collettiva in questa occasione. Celebrano il titolo della mostra i titoli delle sue opere: da “L’arrivo della Primavera” a “Delle stagioni sono la primavera” a “Flower-bearing spring”, quest’ultima proprio all’ingresso della Galleria. Artista romano, pittore e scultore, la sua ricerca artistica si configura sull’individuazione della forma spirituale della Realtà: trasporre nell’opera uno stato lieve di trascendenza che traluce dai moti dell’animo.
Colore, movimento e citazioni colte nelle due tele di Giancarlino BENEDETTI CORCOS, “Arcimboldo” e “Gita in bici sull’Appia antica”, funambolico noto pittore e artista, amante del nonsense che invece un senso lo contiene eccome, come qualcosa che viene da dentro. Instancabile narratore, “le storie raccontate da Giancarlino – scriveva di lui Enrico Gallian – sono dipinte di parole, di vertiginosi balli, di sarabande tragiche alcune volte. Ma pur sempre pentagrammate…”. E la sua arte – dice Achille Bonito Oliva – “è una terapia, ma non una terapia d’urto: è il tramite e la possibilità di un viaggio…”.
Omaggiano il cielo stellato dell’Equinozio di Primavera “La Notte” e “Il Giorno” le tele cucite di Adelaide INNOCENTI. Interessata alla danza e al teatro con varie tecniche espressive e di improvvisazione, nei suoi lavori pittorici si ritrovano le radici emozionali e narrative aderenti all’esperienza personale e teatrale: narrare piccole storie in tempi dilatati o frantumati. Dal 2000 lavora ad una ricerca informale in cui esplora possibilità espressive astratte con uso di fili, lana, cotone su lino, e tecniche miste, seguendo una ricerca intima tracciata da trame monocromatiche.
Ha studiato arte a Parigi e Urbino Ria LUSSI, che ama affrontare tematiche filosofiche, con l’intento di suscitare riflessione e meraviglia, e che alla collettiva espone tre opere recentissime in acrilico su tela di lino, 110 X 140 cm, appartenenti al ciclo pittorico dal titolo Primavera turbolenta: “Il Signor e la Signora Foglie d’Erba” e “Madre natura in tempo di guerra”. Realizzate entrambe dopo un viaggio nel sud est asiatico, dove, ha detto, rimase “sbigottita di fronte a megalopoli dove la natura rimane completamente marginalizzata, esperienza coincisa con quella dei venti di guerra che spirano oggi in Europa”.
Claudio BIANCHI dice di sé: “Sono nato in un piccolo paesino del centro Italia: Trastevere… Quando posso scegliere, decido sempre di partecipare agli eventi collettivi con i miei amici artisti, per me tutti di valore, con i quali mi trovo a mio agio”. Artista poliedrico, dall’ironia sottile, negli anni ’70 ispira il Movimento Trattista (o del Primivitismo Astratto), di cui redigerà poi un Manifesto e che porterà in giro per le capitali europee. Alla collettiva in corso espone “Senza titolo”, olio su tela, cm. 30 X 30, 1990; “Festa di carnevale”, olio su tela, cm. 90 X 60, 2024 e “Estate africana”, tecnica mista su tela, cm. 100 X 70, anno 2012.
Si ritaglia una saletta tutta per sé, per sculture su tele e diversi quadri, all’interno delle tre che compongono la Galleria Apollina Albino MATTIOLI, che vive e lavora a Roma, dopo molti viaggi all’estero. Una tecnica che si è evoluta arricchendosi nel tempo di nuovi materiali di supporto alla pittura e al disegno quali tessuti, materiali di scarto e diversi tipi di carta leggera come quella per la confezione di calzature, fino ad erbe curative e magiche. Accanto alla per lui grande “riscoperta” del cucito con la funzione di recupero, riparazione e di creazione. Tra i contenuti paesaggi, tessuto urbano, fenomeni paralleli di terre lontane, pittura, video, fotografia, varietà, inclusione ed esodo, poesia, ritratti. Un percorso di lavoro fatto di trame poetiche, che esplora la vita quale fenomeno evolutivo, in costante trasformazione.
Le opere degli otto artisti sono state selezionate lungo la scia dei testi critici di Pietro JOVANE, nel segno della gioia: “Le emozioni in viaggio, la passione per l’arte, il risveglio della vita dopo il freddo dell’inverno che si diffonde con “il profumo della Primavera”… Emozioni, passione, arte, colori, amore….Ecco la tavolozza della vita: l’espressione della trascendenza che dalla materia della terra passa allo stato eterico scorrendo attraverso l’essenza umana dell’artista che crea! Cinque dita di una mano, otto mani d’artista, tanti giorni di festa per ballare la vita e l’arte a Primavera”.
Fino al 30 aprile Galleria Apollina | Via Bertoloni 45, Roma
Visite ogni giorno su appuntamento – Pietro Jovane T. 338-8190431